La sicurezza in agricoltura rappresenta una delle priorità assolute del legislatore, considerando l’elevata incidenza infortunistica che storicamente caratterizza il settore primario. Il quadro normativo di riferimento, incardinato nel Dlgs 81/2008, impone alle aziende agricole obblighi stringenti in materia di valutazione dei rischi, formazione degli operatori e adozione di idonei dispositivi di protezione.
Tuttavia, la complessità del comparto, caratterizzato da stagionalità, utilizzo di macchinari pesanti e frequente ricorso a manodopera temporanea, ha reso necessaria l’introduzione di nuovi strumenti normativi. L’obiettivo non è solo sanzionatorio, ma volto a creare un ecosistema virtuoso in cui il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza diventi un fattore abilitante per la competitività e l’accesso alle risorse pubbliche. In questo contesto si inserisce il recente intervento legislativo che mira a integrare la vigilanza con meccanismi di premialità, sfruttando la digitalizzazione e l’interoperabilità delle banche dati per monitorare l’effettiva conformità delle imprese.
Il nuovo sistema di premialità per la sicurezza in agricoltura
Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni contenute nel decreto legge 159/2025, viene delineato un inedito sistema di qualificazione delle imprese agricole, strettamente connesso ai livelli di tutela garantiti ai lavoratori.
Il provvedimento stabilisce un legame diretto tra l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità e il rispetto delle normative in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il meccanismo si fonda su una verifica automatizzata e costante: l’accesso a determinati benefici, incentivi fiscali o contributivi e semplificazioni amministrative viene subordinato all’assenza di violazioni gravi in ambito prevenzionistico.
L’interoperabilità tra le banche dati di INPS, INAIL e l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) gioca un ruolo cruciale in questo processo. Attraverso l’incrocio dei dati, gli enti preposti possono verificare in tempo reale la regolarità delle posizioni lavorative e il rispetto degli standard di sicurezza. Le aziende che dimostrano di operare nella legalità e di investire nella prevenzione accedono a un regime di “premialità”, che può tradursi in priorità nei bandi di finanziamento o in una riduzione della pressione ispettiva ordinaria, permettendo agli organi di vigilanza di concentrarsi sulle realtà non conformi.
Accesso agli incentivi e impatto sulla gestione aziendale
Le implicazioni operative per gli imprenditori agricoli sono rilevanti e richiedono un cambio di approccio nella gestione aziendale. La conformità al Dlgs 81/2008 cessa di essere vista solo come un costo o un adempimento burocratico per evitare sanzioni, diventando una conditio sine qua non per la sostenibilità economica dell’impresa. Le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza, o che vengono colte in fallo rispetto agli obblighi di formazione e sorveglianza sanitaria, rischiano l’esclusione automatica dal sistema di incentivi e agevolazioni, inclusi i fondi comunitari (Pac) o i contributi per l’innovazione tecnologica.
Questo sistema impone ai datori di lavoro di mantenere un aggiornamento costante del documento di valutazione dei rischi (DVR) e di prestare massima attenzione alla regolarità contrattuale dei lavoratori, poiché il lavoro irregolare è spesso correlato a gravi carenze nella sicurezza. Inoltre, l‘iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità diventa un asset strategico: non solo certifica l’eticità dell’impresa, migliorandone la reputazione sul mercato, ma funge da passaporto per accedere alle misure di sostegno previste dal nuovo decreto. È dunque fondamentale che le aziende agricole implementino sistemi di gestione della sicurezza efficaci e tracciabili, pronti a rispondere ai criteri di verifica incrociata imposti dal nuovo assetto normativo.


