La sicurezza alla guida per chi svolge attività professionale su strada, come autisti e corrieri, viene regolata dal DLgs 9 aprile 2008, n. 81. In particolare, gli articoli 17 e 28 stabiliscono l’obbligo di redigere e aggiornare il DVR, che deve includere anche i pericoli legati alla stanchezza, alla guida prolungata e alla gestione dei dispositivi di protezione individuale. L’articolo 37 impone inoltre l’obbligo di formazione specifica, mentre gli articoli 74–79 definiscono la fornitura e l’uso corretto dei DPI. Questi elementi devono confluire in una valutazione completa che affronti non solo gli aspetti tecnici della guida, ma anche quelli fisiologici e comportamentali, come la sonnolenza.
Il rischio sonnolenza: un pericolo concreto
La sonnolenza al volante è una delle cause più frequenti di incidenti nel settore dei trasporti. I dati sono allarmanti: tra il 47% e il 60% dei camionisti dichiara di avvertire sonnolenza durante i tragitti, e in un quinto dei viaggi questo stato di affaticamento è costante. Circa la metà dei conducenti dorme meno del necessario nelle 24 ore precedenti alla partenza, e un numero non trascurabile ammette di aver dormito meno di tre o cinque ore.
I segnali da riconoscere sono inequivocabili: calo dell’attenzione, sbadigli continui, difficoltà nel ricordare l’ultimo tratto percorso, bruciore e secchezza oculare. Non è solo il colpo di sonno a rappresentare un pericolo: anche una semplice riduzione dei riflessi può risultare fatale in situazioni di emergenza.
Come affrontare il problema nel DVR
Un DVR efficace deve contenere misure pratiche, organizzative e comportamentali per ridurre il rischio. Tra queste, è indispensabile prevedere una pianificazione degli orari di guida che eviti turni notturni, in particolare nella fascia critica tra mezzanotte e le sei del mattino. È necessario garantire che ogni conducente abbia riposato almeno sei ore prima della partenza e che sia assolutamente vietato l’uso di farmaci sedativi o di alcolici nelle ore precedenti alla guida.
Il documento deve anche contenere indicazioni operative su come riconoscere e affrontare i sintomi iniziali di affaticamento, promuovendo l’adozione di brevi pause, pisolini programmati di almeno 30 minuti e, se necessario, l’assunzione controllata di caffeina. Un’attenzione particolare va inoltre riservata alla dotazione obbligatoria dei dispositivi di protezione individuale, che comprendono guanti tecnici, calzature antiscivolo e abbigliamento ad alta visibilità, da fornire e istruire all’uso corretto.
Impatti operativi per aziende e lavoratori
Dal punto di vista del datore di lavoro, è fondamentale redigere e aggiornare costantemente il DVR includendo il rischio specifico della sonnolenza alla guida. Deve essere garantita la formazione obbligatoria incentrata sul riconoscimento dei sintomi della stanchezza, sulle buone pratiche per prevenirla e sull’uso conforme dei DPI. Spetta sempre al datore di lavoro garantire che ogni autista sia in grado di interrompere il viaggio in presenza di segnali di rischio e che conosca le procedure da attivare.
Per il lavoratore, la responsabilità individuale è altrettanto importante. Ogni autista deve osservare buone abitudini di riposo e interrompere la guida al primo segnale di affaticamento, evitando qualsiasi forma di compensazione rischiosa. È altresì tenuto a segnalare eventuali disfunzioni, condizioni di disagio o mancanza di DPI, contribuendo così al mantenimento di un ambiente sicuro per sé e per gli altri.
Benefici e conseguenze della prevenzione
Una corretta applicazione delle misure di prevenzione porta a benefici immediati. Ridurre i rischi legati alla sonnolenza significa limitare il numero di incidenti, migliorare le condizioni psicofisiche degli autisti e ridurre i tempi di fermo dovuti a malesseri o situazioni d’emergenza. Secondo dati autorevoli, circa il 58% degli incidenti con mezzi pesanti è attribuibile alla stanchezza. Questo dato da solo dovrebbe essere sufficiente per comprendere quanto il tema sia centrale per la sicurezza stradale.
Tuttavia, l’assenza di una gestione strutturata del rischio comporta conseguenze gravi: incidenti con danni a persone e mezzi, sanzioni amministrative e penali per l’azienda, e perdita di fiducia nei confronti dell’organizzazione. L’effetto reputazionale non va sottovalutato, soprattutto in un contesto di crescente attenzione pubblica alla sicurezza dei trasporti.
Considerazioni finali
La salute e la sicurezza degli autisti non possono essere garantite con misure generiche. Occorre un approccio strutturato, che parta da una valutazione approfondita dei rischi, includa la formazione periodica e promuova una cultura della prevenzione diffusa e condivisa. Solo così è possibile costruire un modello organizzativo che protegga i lavoratori e favorisca la continuità operativa in piena conformità normativa.