Il DLgs 81/2008 (art. 18) e il DM 388/2003 impongono al datore di lavoro di designare almeno un lavoratore come addetto al primo soccorso. Questa figura, pur non essendo un sanitario, deve intervenire prontamente in caso di infortunio o malore, stabilizzando la situazione in attesa dei soccorsi professionali. La nomination dovrebbe avvenire per iscritto, per garantire tracciabilità e chiarezza, ed è un obbligo a cui il lavoratore non può sottrarsi, salvo motivazioni sanitarie certificate dal medico competente.
Classificazione del rischio e numero di addetti
Il DM 388/2003, con supporto dei dati INAIL, classifica le aziende nei gruppi A, B e C, in base all’attività, al numero di lavoratori e all’indice di inabilità. Da ciò dipendono la durata del corso e il numero minimo di addetti per turno. In linea generale, serve almeno un addetto per turno; nelle realtà più complesse si consiglia la presenza di un secondo sostituto per garantire copertura continua .
Formazione: contenuti, durata e aggiornamenti
Il percorso formativo per l’addetto prevede:
- Aziende gruppo A: corso da 16 ore, aggiornamento ogni 3 anni (6 h);
- Gruppi B e C: corso da 12 ore, aggiornamento ogni 3 anni (4 h).
Gli argomenti trattati spaziano dalle tecniche di primo intervento, uso delle attrezzature di pronto soccorso, identificazione delle emergenze e contatto con il 112/118.
Dotazioni, procedure e documentazione
Secondo il DM 388/03, ogni azienda deve garantire presidi adeguati: cassette (gruppi A/B) o pacchetti di medicazione (gruppo C), posizionati in luogo visibile, accessibile e segnalato. L’addetto al primo soccorso ne verifica periodicamente lo stato, sostituendo presidi scaduti o mancanti.
Un’efficace procedura interna prevede che in caso di emergenza l’addetto intervenga immediatamente, disponga l’area per la sicurezza e informi il 118. Ogni intervento deve essere registrato e conservato.
Rifiuto dell’incarico e responsabilità aziendali
Un lavoratore nominato non può rifiutarsi di svolgere la mansione, salvo comprovati impedimenti medici. Il rifiuto immotivato può comportare sanzioni disciplinari. È inoltre severamente sanzionato il mancato adempimento degli obblighi formativi e organizzativi, con multe fino a € 4.000 e possibili pene restrittive .
Incentivi e buone pratiche
L’INAIL premia le aziende virtuose che migliorano le condizioni di sicurezza, riconoscendo benefici come la riduzione del tasso medio di tariffa (modello OT23). Tra le azioni incentivate vi sono la formazione oltre l’obbligo, l’installazione di defibrillatori DAE e l’organizzazione di simulazioni di emergenza.