Il Rapporto annuale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Rapporto INL) e pubblicato sul proprio portale descrive una realtà non rosea per le aziende italiane e i suoi protagonisti.
Delle 79.952 ispezioni portate a termine, sono state il 70% le irregolarità riscontrate. Sono questi i numeri emersi dal Rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale riguardanti l’Anno 2020 (Rapporto INL), secondo quanto pubblicato dall’Ispettorato nazionale del lavoro.
Si tratta di 55.663 i casi di irregolarità, 267.677 i lavoratori irregolari registrati di cui 22.366 totalmente in nero, 20.000 i tutelati con gli istituti della diffida accertativa e della conciliazione monocratica. 882.669.154 di euro il recupero di premi e contributi evasi. La media è di 3 lavoratori irregolari e 11.040 euro di recuperi per ogni azienda controllata, considerando solo le aziende irregolari 4,4 lavoratori irregolari e 15.857 euro di media di recuperi.
Quali ambiti sono stati coinvolti dalle ispezioni?
Secondo il Rapporto INL il 77% delle ispezioni ha interessato la vigilanza in materia di lavoro, il 13% previdenziale e il 9% assicurativa. Come riportato da ispettorato.gov.it: “I cambiamenti del mondo del lavoro rendono sempre più evidente la necessità che la vigilanza sia guidata da un’efficace attività di intelligence, di analisi e di coordinamento delle componenti ispettive.
L’attività dell’INL è stata selettivamente mirata al contrasto degli illeciti di maggiore complessità e disvalore sociale, il cui spettro spazia dal fronte del lavoro sommerso e dello sfruttamento lavorativo ad altro genere di patologie tipiche che, a pregiudizio delle tutele dei lavoratori, realizzano gravi forme di dumping contrattuale e sociale a mezzo del distorto utilizzo di schemi leciti (ad es. somministrazione, appalti, distacchi, reti aziendali) con quanto ne consegue in tema di danni all’intero sistema di sicurezza sociale.


