Recinzione del cantiere: una misura essenziale di sicurezza

Recinzione del cantiere: una misura essenziale di sicurezza

La recinzione di un’area di cantiere è una misura di prevenzione imprescindibile e non un semplice adempimento formale. Lo stabilisce chiaramente l’art. 109 del DLgs 81/2008, che impone la delimitazione dell’area per impedire l’accesso a soggetti non autorizzati. Questo obbligo riguarda qualsiasi cantiere temporaneo o mobile, a prescindere dalla sua dimensione o durata, e ha come obiettivo primario la tutela dell’incolumità pubblica oltre che quella dei lavoratori.

Funzioni della recinzione: contenimento, prevenzione e ordine operativo

Oltre a delimitare fisicamente lo spazio, la recinzione svolge diverse funzioni operative e protettive. Riduce il rischio di intrusione da parte di estranei, limita la dispersione di polveri e detriti verso l’esterno, impedisce cadute accidentali in zone pericolose, e contribuisce al controllo degli accessi. In aggiunta, crea un confine visibile tra area di lavoro e spazio pubblico, migliorando l’organizzazione logistica del cantiere stesso.

Affinché la sua funzione sia effettiva, la recinzione deve rimanere integra, stabile e continua per tutta la durata dell’attività. Se in alcune fasi si rende necessario smontarla, anche solo parzialmente, è obbligatorio adottare misure alternative equivalenti: come l’impiego di barriere mobili, cartellonistica ben visibile o, nei casi più critici, la sorveglianza attiva da parte del personale incaricato.

Una sola omissione basta a generare responsabilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35525 del 2024, ha confermato che la mancanza anche solo parziale di recinzione rappresenta una violazione grave delle norme di sicurezza. Il caso riguardava un’impresa che aveva lasciato aperto un varco di accesso verso una zona pedonale, contravvenendo all’obbligo di impedire l’ingresso a soggetti non autorizzati. Nonostante il ripristino successivo della recinzione, la Corte ha ritenuto legittima la sanzione, sottolineando che la condotta aveva esposto terzi a un pericolo concreto.

Il ricorso dell’impresa, fondato sulla presunta tenuità del fatto e sull’assenza di precedenti, è stato respinto. Secondo la Cassazione, la sicurezza collettiva ha un valore tale da rendere irrilevanti eventuali attenuanti. È sufficiente una sola omissione per far scattare la responsabilità amministrativa o penale, a seconda della gravità dell’esposizione al rischio.

Obblighi concreti per committenti, appaltatori e coordinatori

Nel sistema di responsabilità delineato dal DLgs 81/2008, l’obbligo di recintare l’area di cantiere ricade sul datore di lavoro, ma coinvolge anche figure come il committente, l’appaltatore e i coordinatori per la sicurezza. È il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) che deve contenere le specifiche tecniche relative alla recinzione: dalla tipologia utilizzata, all’altezza, alla posizione, fino alle misure sostitutive da adottare nei casi in cui si debba temporaneamente rimuovere.

I preposti hanno il compito di vigilare sulla tenuta delle barriere e sull’efficacia dei sistemi di contenimento adottati. È fondamentale garantire la visibilità notturna, l’integrità strutturale e l’adeguata segnalazione della presenza di un’area pericolosa.

Requisiti tecnici e aspetti pratici di gestione

Non esiste un unico modello obbligatorio di recinzione: la scelta può variare in base al regolamento edilizio comunale o alle caratteristiche del cantiere. Tuttavia, la recinzione deve sempre garantire robustezza, stabilità, assenza di varchi e una chiara identificazione dell’area come spazio pericoloso.

In caso di rimozione temporanea, è necessario che siano previste misure sostitutive di pari efficacia. Può trattarsi di nastri segnaletici ben visibili, delimitazioni con new jersey, oppure la presenza continuativa di personale addetto al controllo accessi. La mancata adozione di queste misure può comportare gravi conseguenze, anche in assenza di incidenti, come ha evidenziato la sentenza della Cassazione.

Conclusioni operative per le imprese edili

La gestione della recinzione non può essere improvvisata. Va pianificata in fase di progettazione, documentata nel PSC e verificata in fase esecutiva. Le imprese devono effettuare controlli quotidiani sullo stato delle barriere, intervenendo immediatamente in caso di cedimenti, aperture o manomissioni.

Il rischio di incidenti legati all’accesso non autorizzato è elevato, e la giurisprudenza dimostra che le autorità non tollerano alcuna leggerezza in questo ambito. Proteggere l’area di cantiere significa proteggere le persone, l’azienda e la regolarità dell’opera.

Come possiamo aiutarti?