Le attività veterinarie e di pulizia espongono le persone a rischi biologici significativi, come definiti dal Titolo X del DLgs 81/2008. I veterinari e il personale di studio affrontano esposizioni a zoonosi derivanti da animali malati, fluidi biologici, aerosol contaminati, superfici, strumenti, dispositivi e indumenti contaminati. Le modalità di esposizione includono contatto diretto, per via respiratoria, per taglio o puntura accidentale.
Criticità operativa emergono in fase di manipolazione, chirurgia, prelievi, assistenza al parto, ispezioni e necroscopia. Gli interventi di prevenzione prevedono procedure corrette, igiene rigorosa degli ambienti, disinfezione degli strumenti, lavaggio antisettico di mani e braccia, smaltimento sicuro dei rifiuti e uso di DPI adeguati—guanti monouso o resistenti, mascherine, occhiali, tute monouso e calzari, accompagnati da formazione, sorveglianza sanitaria e test allergologici periodici.
Nel settore delle pulizie, soprattutto nel terziario e ambienti sanitari, il rischio biologico deriva da microrganismi presenti in ambienti contaminati: servizi igienici, rifiuti, superfici sporche. Le principali vie di esposizione sono il contatto con mucose e cute, l’ingestione accidentale attraverso mani contaminate, l’inalazione di bioaerosol e polveri, o la inoculazione mediante tagli, punture o abrasioni.
Le misure preventive includono la formazione del personale, l’uso scrupoloso di DPI quali guanti, camici, mascherine, l’adozione di corrette procedure operative e una sistematica igiene personale.
Misure professionali integrate e protezione dai rischi biologici
In entrambi i contesti, la responsabilità di prevenzione ricade sul datore di lavoro, che deve includere i rischi biologici nella valutazione (DVR) secondo l’articolo 28 del DLgs 81/2008, adottare misure tecniche, organizzative e procedurali e integrare i protocolli operativi con formazione continua dei lavoratori. La sorveglianza sanitaria, se prevista, deve essere attuata con regolarità per monitorare la salute degli operatori esposti. La sicurezza biologica richiede un approccio sistemico che valorizzi la cultura della prevenzione e la collaborazione tra datore di lavoro, RSPP, medico competente e RLS.