Polveri di legno e benzene: rischi occupazionali e prevenzione attiva

Polveri di legno e benzene: rischi occupazionali e prevenzione attiva

Il contesto normativo italiano, con riferimento al Dlgs 81/2008, inquadra le polveri di legno duro e il benzene fra gli agenti cancerogeni e mutageni cui è necessario porre specifiche misure di tutela nei luoghi di lavoro. La normativa stabilisce obblighi per il datore di lavoro – valutazione del rischio, misure tecniche, informazione, formazione e uso di dispositivi di protezione – e prevede limiti di esposizione e monitoraggi periodici. Il sistema informativo nazionale per l’esposizione ad agenti cancerogeni (SIREP) raccoglie i dati su lavoratori esposti, consentendo un controllo statistico dell’andamento dei casi.

Principali novità e misure previste

Le polveri di legno duro sono classificate come cancerogene in base ai requisiti comunitari recepiti nel Dlgs 81/2008, in particolare agli allegati XLII e XLIII che disciplinano le attività soggette e i valori limite di esposizione. Le lavorazioni maggiormente a rischio sono quelle di taglio, piallatura, levigatura, manutenzione dei macchinari e pulizia degli impianti: in queste fasi, le particelle aerodisperse possono depositarsi sulle mucose e favorire l’insorgenza di patologie nasali e dei seni paranasali.

Inoltre, il benzene — sostanza volatile largamente impiegata nei processi industriali e presente nei vapori da solventi o carburanti — è assimilato a agente cancerogeno con effetti sull’apparato linfo-ematopoietico, in particolare connessi a leucemie.

Le misure di prevenzione raccomandate includono la sostituzione con sostanze meno pericolose, l’adozione di sistemi chiusi, ventilazione forzata con filtri adeguati, aspirazione localizzata delle polveri e controlli ambientali per mantenere le concentrazioni al di sotto dei limiti regolamentari.

Impatti per imprese e lavoratori: obblighi e opportunità

Per le imprese, le novità rafforzano l’importanza della mitigazione tecnica e dell’innovazione preventiva: l’implementazione di impianti di aspirazione efficienti, la manutenzione costante e la verifica strumentale sono essenziali per garantire ambienti più salubri.

Tali interventi non solo contribuiscono al rispetto normativo, ma riducono assenze, malattie professionali e potenziali contenziosi. I lavoratori, da parte loro, beneficiano di un miglior livello di tutela: l’obbligo della sorveglianza sanitaria, la formazione specifica e l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (maschere con filtri idonei, abbigliamento protettivo etc.) diventano leve centrali per ridurre l’esposizione. Le aziende sono altresì tenute a registrare i lavoratori esposti e aggiornare il documento di valutazione del rischio alla luce delle nuove evidenze.

In prospettiva, investire in misure preventive consente anche una maggiore responsabilità sociale, rafforza la fiducia dei dipendenti e contribuisce a una cultura della sicurezza duratura all’interno del sistema produttivo.

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