I parrucchieri sono sottoposti a rischi multifattoriali durante l’attività quotidiana. Incrementata incidenza di patologie dermatologiche dovute all’esposizione prolungata a shampoo, tinte, decoloranti e detergenti aggressivi – la prevalenza di dermatiti professionali è circa dieci volte superiore alla media – e tensioni muscolo-scheletriche croniche, con quasi il 40 % dei lavoratori affetti da disturbi al tratto cervicale, dorsale o agli arti superiori. Movimenti ripetitivi, stazioni erette prolungate e posture scorrette sono fattori determinanti per l’insorgere di tendiniti, lombalgie e affaticamento.
Rischio chimico, fisico e biologico
Il rischio chimico costituisce un pericolo significativo: i cosmetici e i trattamenti contengono agenti sensibilizzanti o irritanti, che richiedono l’uso di guanti e strumenti di lavoro adeguati. Vi sono anche rischi da esposizione fisica: uso frequente di phon e piastre può causare scottature e stress termico, mentre tagli provocati da forbici o rasoi elettrici espongono a traumi diretti. In ambiti mal gestiti dal punto di vista igienico-sanitario, il rischio biologico aumenta, specialmente quando non sono rispettati protocolli di pulizia e sterilizzazione.
Previdenza organizzativa e tutela della salute dei parrucchieri
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) deve includere una valutazione approfondita di tutti i rischi: chimici, biomeccanici, fisici, biologici e psicosociali, con attenzione anche a stress da lavoro correlato e situazioni particolari come gravidanza. L’obbligo di formazione e informazione per il personale è imprescindibile, così come la predisposizione di misure preventive: l’uso di DPI appropriati, la rotazione delle mansioni, la sorveglianza sanitaria regolare e la formazione per addetti a emergenze. I lavoratori a tempo determinato devono essere sottoposti a visite mediche obbligatorie per tutelare la loro salute.


