Il rischio architettonico riguarda il potenziale pericolo derivante dalle caratteristiche costruttive, d’uso e manutenzione degli edifici dove si svolgono attività lavorative. Elementi come spazio, illuminazione, microclima, materiali e percorsi possono influire sulla sicurezza fisica e psicologica dei lavoratori, integrandosi alle misure già previste dal Testo Unico nella valutazione dei rischi.
Le basi legali: l’ambiente costruito come fattore di rischio
Secondo il DLgs 81/2008, la valutazione dei rischi (art. 28) deve comprendere anche quelli derivanti dalla struttura edilizia. A questi si aggiungono le prescrizioni dell’UE (Regolamento 305/2011), che impongono ai fabbricati requisiti non solo di stabilità, resistenza al fuoco e sicurezza in uso, ma anche di salubrità e accessibilità per tutto il ciclo di vita dell’edificio.
Nuovo protocollo per la valutazione strutturale della sicurezza
È stato elaborato un protocollo operativo che adotta un approccio sistemico per mappare i fattori di rischio:
- Individuazione delle Key Performance Areas (KPA): quattro macro-dimensioni in cui organizzare l’analisi.
- Definizione dei requisiti connotanti per ciascuna KPA.
- Realizzazione di schede di rilevamento, distinte per scala: edificio nel suo complesso e singole unità spaziali.
Le quattro aree chiave del rischio architettonico
Sicurezza agli infortuni
Include tutti i pericoli legati a inciampi, cadute (a livello e dall’alto), urti, intrappolamenti, caduta di oggetti, impatti con veicoli, ustioni, folgorazioni e tagli.
Sicurezza al fuoco
Verifica l’efficacia dei sistemi antincendio, la stabilità in caso d’incendio, la percorribilità delle vie di fuga e le possibilità di intervento dei soccorsi.
Sicurezza statica
Controlla la capacità della struttura di resistere ai carichi, sia statici che dinamici, e alle sollecitazioni meccaniche.
Comfort
Valuta benessere termo-igrometrico, visivo, acustico, qualità dell’aria interna e impatto psicologico degli ambienti sull’utente.
Come funziona il sistema di controllo: le schede di rilevamento
Il protocollo impiega diverse schede per raccogliere dati:
- Scala edificio: analisi globale delle strutture, delle pertinenze e dei percorsi.
- Unità spaziale – tecnica: verifica degli elementi strutturali, finiture, impianti.
- Unità spaziale – ambientale: controllo su comfort, spazi, microclima, illuminazione.
Ogni scheda è composta da indicatori specifici (circa 53 macro-fattori) per identificare condizioni di rischio e criticità.
Impatti pratici per le imprese
Le imprese sono invitate ad adottare un approccio strutturato:
- Integrare nel DVR aspetti architettonici, tecnici e ambientali.
- Predisporre schede di rilevamento per ogni area ed edificio.
- Aggiornare i documenti ogni volta che cambia la struttura o la destinazione d’uso.
- Coinvolgere professionisti (RSPP, strutturisti, esperti di comfort ambientale) per analisi multidisciplinari.
- Promuovere investimenti su manutenzione, adeguamento impiantistico e miglioramento delle condizioni di benessere.
Opportunità e criticità del rischio infrastrutturale
Vantaggi
- Migliore salvaguardia della salute e della sicurezza.
- Riduzione dei rischi di infortunio e malesseri.
- Ottimizzazione dell’ambiente di lavoro, con ricadute positive su produttività e benessere.
Criticità
- Necessità di coinvolgimento tecnico-specialistico.
- Investimenti in rilievi, adeguamenti e monitoraggio continuativo.
- Complessità nella gestione di spazi eterogenei o più edifici.