Nell’ambito dell’approfondimento del rischio chimico in agricoltura, tra i mezzi alternativi agli insetticidi, i semiochimici, ovvero sostanze emesse da piante, offrono nuovi strumenti per il controllo integrato degli insetti.
Tra questi i feromoni prodotti dai lepidotteri (Straight-Chained Lepidopteran Pheromones), sebbene sostanze a basso impatto sulla salute umana e sull’ambiente, sono spesso classificati irritanti e/o sensibilizzanti cutanei.
Un fact sheet dell’Inail rappresenta un utile compendio nella fase di formazione e informazione, prevista dal Dlgs 81/2008, evidenziando l’importanza del ricorso alle idonee misure di prevenzione e di protezione per i lavoratori professionalmente esposti in tutte le fasi di utilizzo delle suddette sostanze.
Come prevenire il rischio da semiochimici?
Nel documento Inail, lo scopo della valutazione del rischio chimico nell’uso di semiochimici “è quello di garantire che tali sostanze non abbiano effetti nocivi sulla salute degli operatori e dei lavoratori (oltre che, ovviamente, della popolazione che possa trovarsi in prossimità delle zone trattate, tramite contatto, inalazione o ingestione attraverso la catena alimentare, e dell’ambiente per fenomeni di rilascio)”.
E, in relazione a questo obiettivo fine, “la fase preliminare ai campionamenti dei semiochimici aerodispersi, richiede sopralluoghi conoscitivi negli ambienti di lavoro esterni ed interni, quali le serre e, in sinergia con il medico competente, si valuteranno gli aspetti clinici e sanitari potenzialmente correlabili con l’esposizione, per una attività preventiva e una identificazione precoce di possibili alterazioni dello stato di salute, consentendo una valutazione completa del rischio di esposizione professionale agli SCLPs”.
Spazio alla formazione. È importante “garantire una corretta formazione/informazione in ambito professionale sulla manipolazione di tali prodotti in tutte le fasi”.
Nell’ambito delle buone pratiche “dovranno essere seguite le indicazioni di impiego dei semiochimici riportate in etichetta e nella SDS, in merito ad un utilizzo esclusivo del prodotto sulle specifiche colture (con particolare attenzione a quelle in serra) ed alle dosi indicate, al non superamento del numero dei trattamenti previsti, al posizionamento dei dispenser secondo le indicazioni riportate (altezza della collocazione e numero dei diffusori da impiegare per ettaro di terreno) ed al controllo periodico, nel rispetto dei tempi di carenza indicati per le colture trattate”.
Infine per i lavoratori e gli operatori, la scelta ed il corretto utilizzo di dispositivi di protezione individuali (DPI) rappresenta “lo strumento di elezione nella prevenzione del rischio da contatto e/o inalazione dei semiochimici”. Ma particolare attenzione dovrà essere rivolta anche “agli aspetti relativi alla tutela del consumatore (attraverso il controllo della catena agroalimentare) e dell’ambiente circostante”.