Sicurezza cave: i rischi mortali nell'avanzamento al monte

Sicurezza cave: i rischi mortali nell’avanzamento al monte

La sicurezza cave rappresenta una delle sfide più complesse nel panorama della prevenzione infortuni, a causa dell’interazione tra fattori ambientali, geologici e umani. Il settore estrattivo è normato da un quadro legislativo ibrido, che vede l’integrazione del Dlgs 81/2008 con la normativa speciale di settore, come il Dlgs 624/1996. Questa sovrapposizione impone al datore di lavoro la redazione di un documento di sicurezza e salute, che valuti tutti i rischi specifici del contesto.

Nonostante l’apparato normativo, le dinamiche infortunistiche, specialmente in contesti ad alto rischio come le cave di marmo, evidenziano criticità ricorrenti. L’analisi degli incidenti dimostra che molte tragedie non sono frutto di fatalità, ma della mancata applicazione di procedure operative sicure, di carenze nella pianificazione delle attività e di una sottovalutazione della stabilità dei fronti di scavo. Particolare attenzione deve essere rivolta alle operazioni di “avanzamento al monte”, una delle fasi più delicate e pericolose dell’intero ciclo estrattivo.

Le criticità nella sicurezza cave: l’avanzamento al monte

L’avanzamento al monte è una tecnica di coltivazione che consiste nell’eseguire tagli e perforazioni per isolare la bancata di marmo, procedendo dal basso verso l’alto. Questa modalità operativa presenta rischi intrinseci elevatissimi, primo fra tutti il distacco improvviso di materiale roccioso. Gli infortuni, spesso gravi o mortali, si verificano tipicamente durante la perforazione, il recupero delle aste, il taglio con filo diamantato o la preparazione delle cariche.

Le dinamiche infortunistiche più frequenti includono la frana di roccia dalla bancata adiacente o soprastante, che investe i lavoratori posizionati alla base del fronte. Questi eventi sono spesso riconducibili a una pianificazione inadeguata. La mancata o insufficiente bonifica del fronte prima dell’inizio delle attività, l’assenza di un esame preventivo della stabilità della massa da tagliare e la mancanza di una corretta segnatura dei tagli sono tra le cause principali. La presenza di fratture naturali o di discontinuità nel masso roccioso, se non correttamente valutate, aumenta esponenzialmente il pericolo di crolli imprevisti durante le operazioni di taglio o perforazione.

Prevenzione e procedure operative sicure

Per garantire la sicurezza cave è indispensabile un approccio sistemico che integri la valutazione geologica con procedure operative rigorose. Prima di qualsiasi intervento di avanzamento al monte, il datore di lavoro e il direttore responsabile devono assicurare l’attuazione di misure preventive non derogabili. Fondamentale è l’esame preventivo della bancata, che include verifiche di stabilità e la mappatura delle discontinuità. Sulla base di questa analisi, deve essere effettuata una scrupolosa bonifica e pulizia del fronte, rimuovendo ogni massa instabile che potrebbe cadere. Durante le operazioni, è essenziale definire e rispettare zone di sicurezza, impedendo a chiunque di stazionare in aree a rischio caduta materiale. Le macchine perforanti o le tagliatrici a filo devono essere posizionate in modo da proteggere l’operatore e il loro spostamento deve essere gestito come un’operazione critica a sé stante. L’informazione e la formazione dei lavoratori, come richiesto dal Dlgs 81/2008, devono essere specifiche per il rischio di cava e focalizzate sul riconoscimento dei segnali di instabilità e sull’applicazione inflessibile delle procedure di sicurezza codificate, evitando che prassi consolidate ma pericolose possano portare a infortuni.

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