La sicurezza risonanza magnetica nelle strutture sanitarie impone una gestione rigorosa di attrezzature di lavoro ad altissima complessità, come previsto dal Titolo III del Dlgs 81/08.
I tomografi a risonanza magnetica (RM) basati su magneti superconduttori utilizzano elio liquido come criogeno per mantenere le bobine a temperature bassissime. Un guasto o un’interruzione controllata (il cosiddetto “quench”) provoca la repentina evaporazione di questo liquido, che si trasforma in gas espandendo il proprio volume in modo esponenziale.
Questo evento genera un rischio intrinseco che deve essere gestito attraverso sistemi di sicurezza specifici e ingegnerizzati. La non corretta gestione di questa emergenza espone il personale sanitario e i pazienti a rischi estremamente gravi, che esulano dai più noti pericoli legati ai campi magnetici e che riguardano la composizione stessa dell’aria nell’ambiente di installazione.
La sicurezza risonanza magnetica e il tubo di quench
Il componente fondamentale per la gestione di questo evento è il “tubo di quench” (o condotto di sfiato). Non si tratta di una semplice tubazione, ma di un dispositivo di sicurezza critico, progettato per convogliare in modo sicuro l’enorme volume di elio gassoso prodotto durante il quench dall’interno della sala magnete verso l’esterno dell’edificio. La sua efficacia dipende interamente da una progettazione e installazione a regola d’arte. Errori di dimensionamento, l’uso di materiali non idonei a temperature criogeniche, la presenza di curve strette o “sifoni” (punti bassi non drenati), o la debolezza meccanica dei giunti possono compromettere fatalmente la sua funzione. Un’errata installazione può portare alla rottura del condotto o dei suoi giunti a causa dello shock termico e della pressione generata dal flusso di gas freddo.
Conseguenze del malfunzionamento e obblighi di manutenzione
Il cedimento del tubo di quench durante un’emergenza trasforma un evento controllato in un incidente potenzialmente letale. Se il condotto si rompe, l’elio gassoso, inerte e incolore, si riversa violentemente all’interno della sala magnete. Essendo più leggero dell’aria, esso ne prende rapidamente il posto, saturando l’ambiente e provocando una drastica e immediata riduzione della concentrazione di ossigeno. Questo fenomeno causa anossia e asfissia in pochi istanti. Oltre al rischio di asfissia, il gas rilasciato è a temperatura criogenica (estremamente freddo) e può causare gravi ustioni da freddo, mentre la rapida espansione genera un’onda di pressione (barotrauma) pericolosa per le persone e per la struttura stessa della sala.
Per il datore di lavoro e i suoi delegati, ne consegue l’obbligo di non considerare tale condotto come una semplice installazione idraulica, ma come un apparato di sicurezza che richiede una manutenzione predittiva e ispezioni periodiche specializzate, atte a verificarne costantemente l’integrità strutturale e la piena efficienza.


