Spesso si associa la protezione solo alle coperture, ma esistono molti sistemi anticaduta utilizzati all’interno di unità operative, come reparti produttivi, magazzini o aree tecniche. Questi dispositivi — ganci a parete, guide rigide, linee flessibili interne — devono essere progettati e installati con gli stessi criteri di sicurezza richiesti per le coperture, garantendo tenuta, affidabilità e accessibilità continue. Pur non essendo visibili, costituiscono soluzioni strutturali fondamentali per impedire cadute nell’interno degli edifici.
Sistemi anticaduta deformabile o indeformabile?
Un aspetto spesso sconosciuto ai non addetti ai lavori riguarda la deformabilità del sistema:
- Linea vita deformabile: in caso di caduta, elementi come pali o piastre subiscono danni strutturali e vanno sostituiti, richiedendo interventi specialistici e ripristini complessi.
- Linea vita indeformabile: progettata per mantenere integrità dopo una caduta, consente una ripresa immediata del servizio senza interventi strutturali. Il costo è solitamente superiore, fino al 50% in più, ma offre un ritorno in termini di continuità e sicurezza.
Tipologie di classe dei sistemi anticaduta
Le linee di ancoraggio sono classificate in base alla loro funzione e modalità di montaggio:
- Classe A: ancoraggi puntuali, fissati su pareti o tetti, ideali per usi sporadici e mobili.
- Classe B: ancoraggi multipunto su superfici, senza vincoli strutturali specifici.
- Classe C: ancoraggio lineare con fune flessibile che devia ≤ 15° dall’orizzontale.
- Classe D: linea rigida (binario), con deviazione ≤ 15°, per utilizzo intensivo.
- Classe E: ancoraggio basato su massa o attrito, su pendenze fino a 5°, senza fissaggio strutturale.
Queste classi sono stabilite dalle norme tecniche (es. UNI EN 795) e contribuiscono a identificare la soluzione più adeguata alle esigenze operative.
Tipologie di fissaggio
La scelta del fissaggio dipende dal tipo di struttura:
- Supporto strutturale: manto in legno, latero-cemento, acciaio. Richiede viti, tasselli, barre filettate o ancoranti chimici per garantire adeguata resistenza.
- Supporto non strutturale: sistemi a rivetto, morsetto o guarnizione che non forano la copertura, ideali per superfici delicate come lamiera aggraffata o zinco titanio. Questi sistemi tutelano l’integrità dell’elemento impermeabile e prevenire infiltrazioni.
La documentazione rilasciata
L’installatore, in accordo con il produttore, deve fornire una documentazione completa:
- Elaborato grafico e relazione tecnico-illustrativa per l’unità operativa.
- Planimetria con punti di accesso e dispositivi installati.
- Relazione di calcolo firmata da professionista abilitato.
- Dichiarazione di corretta posa in opera.
- Manuale di uso con foto.
- Registro accessi degli operatori.
- Programma di manutenzione e revisione.
I riferimenti normativi
Il riferimento legislativo è il DLgs 81/2008, integrato dalle norme tecniche UNI EN 795, UNI 11578 e UNI 11560, che definiscono requisiti, prove e modalità di posizionamento degli ancoraggi.
Implicazioni pratiche per imprese e lavoratori
- Vantaggi: garantire protezione strutturale e continua nei reparti e ambienti interni, prevenire cadute gravi e migliorare la sicurezza organizzativa.
- Rischi: sistemi inadatti o mal installati espongono a fallimenti strutturali, danni a personale o impianti e conseguenze legali rilevanti.
- Adempimenti: il datore di lavoro deve valutare il rischio nel DVR, progettare soluzioni conformi, formare adeguatamente il personale, organizzare manutenzione programmata e conservare tutta la documentazione.
Una linea vita interna ben progettata e mantenuta è essenziale non solo nei cantieri, ma anche nell’industria, consentendo operazioni sicure su impianti, serbatoi o attrezzature sopraelevate.