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Smart working: il ministro del lavoro Orlando annuncia un protocollo

Lavorare ad un protocollo condiviso con sindacati e associazioni datoriali sullo smart working entro la fine dell’anno: questa la novità recentemente espressa dal ministro.

Scopo del protocollo sarà la valorizzazione della contrattazione collettiva, fermo restando il vincolo normativo dell’accordo individuale, stabilendo un perimetro regolativo di base. L’impostazione del ministro, è quella di creare un’impalcatura di regole di base attraverso il dialogo sociale, se necessario puntellando questa cornice di regole con interventi di carattere normativo che in questo modo nascerebbero dalle esigenze di aziende e sindacati e non verrebbero imposte dalla politica.

Orlando ha insistito sul fattore tempo: “Il protocollo va fatto in tempi stretti – ha detto-, prima della fine della normativa emergenziale del 31 dicembre. In Parlamento c’è un proliferare di proposte di riordino della disciplina, ve ne sono 2 al Senato e 8 alla Camera, e c’è il rischio di produrre interventi privi di organicità. Invece con la firma di un protocollo l’intervento normativo, ove necessario, sarebbe la conseguenza dell’interlocuzione con le parti sociali e non un’iniziativa calata dall’alto”.

Quali sono gli step operativi?

Al prossimo incontro, a novembre, si entrerà nel merito delle singole voci solo elencate dal ministro e riguardanti lo smart working: l’orario di lavoro, il principio della parità retributiva con la modalità di lavoro ordinaria, la sicurezza, la protezione dei dati, la garanzia dell’alternanza tra prestazione in presenza e in assenza, per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro senza penalizzare le donne, il diritto alla disconnessione prevedendo una definizione formale delle ore in cui essere contattabili.

Si potrà anche definire un vincolo dei luoghi in cui svolgere la prestazione di smart working, come gli ambiti aziendali, le postazioni di coworking. Altro punto sono gli adempimenti sulla dotazione informatica. “Si potrebbe ricondurre nella normativa di sostegno alla competitività la possibilità di avere risorse a sostegno dei processi di lavoro agile – ha detto il ministro- Sul coworking si può pensare di individuare filoni di risorse per riqualificare ambienti urbani e favorire la transizione ecologica”.


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