agro-zootenico

Rischio biologico nel settore agro-zootecnico, un documento Inail

Le zoonosi sono malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Possono essere non solo di natura infettiva ma anche tossica e allergica a seguito dell’esposizione del lavoratore a componenti e prodotti di rilascio microbici quali allergeni, endotossine e micotossine.

Un documento Inail analizza il rischio biologico nelle attività agro-zootecniche. La pubblicazione ha l’obiettivo di fornire informazioni sulle misure di prevenzione e protezione correlate al rischio biologico per la tutela della salute degli operatori del settore agro-zootecnico.

Il testo presenta una sezione generale riguardante la normativa vigente in tema di Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro, le sue applicazioni e i soggetti coinvolti. Segue una sezione tecnica con schede monotematiche in cui sono descritte le caratteristiche degli agenti biologici più frequentemente riscontrabili ed emergenti in tale settore e dei loro effetti sulla salute.

Vediamo ora una breve suddivisione dei rischi in base all’attività svolta nel settore agro-zootenico.

Agro-zootecnico settore acquacoltura

Per l’acquacoltura le attività lavorative maggiormente critiche sono:

  • preparazione e distribuzione dei mangimi e farine;
  • uso di ossigenatori (produzione di aerosol);
  • pulizia e disinfezione delle griglie e delle vasche di allevamento;
  • manipolazione degli organismi acquatici (ferite, tagli ed escoriazioni);
  • incassettamento;
  • rimozione di animali morti”.

Agro-zootecnico settore apicoltura, elicicoltura e lombricoltura

Nell’apicoltura il rischio biologico può derivare da:

  • tagli e abrasioni dovuti all’utilizzo di strumenti/oggetti appuntiti e/o taglienti contaminati;
  • punture insetti;
  • punture zecche.

Per agro-zootecnico si intendono anche l’attività di elicicoltura (allevamento delle chiocciole) e lombricoltura.

In questi settori lavorativi, il rischio biologico può derivare da:

  • contatto diretto e/o indiretto con sostanze organiche contaminate utilizzate come substrato;
  • contatto diretto e/o indiretto con letame e altre deiezioni animali non correttamente maturato in luoghi adeguati e collocati come previsto dal regolamento di igiene pubblica;
  • tagli e abrasioni dovuti all’utilizzo di strumenti/oggetti appuntiti e/o taglienti contaminati.
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