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Infortuni Alcol correlati nei settori Trasporti e Costruzioni, un’indagine Inail

Nonostante gli sforzi di sensibilizzazione e di applicazione delle leggi sulla guida in stato di ebbrezza, e sui rischi che si corrono assumendo alcol durante l’orario lavorativo, l’alcolismo rimane un problema significativo nei trasporti, ma anche nelle costruzioni

L’alcol influisce negativamente sulle prestazioni cognitive e fisiche di un individuo. Nei trasporti, dove la concentrazione e i riflessi sono cruciali, anche una piccola quantità di alcol può mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri, degli autisti e degli operatori. Gli effetti possono includere riduzione dei tempi di reazione, diminuzione della coordinazione motoria, diminuzione della capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci e peggioramento del giudizio. Inoltre può causare sonnolenza e affaticamento, aumentando il rischio di incidenti. Stessa cosa nel settore Costruzioni, dove mancanza di coordinazione o dimissione delle capacità di reazione possono portare a infortuni e incidenti anche mortali.

Un numero considerevole (OMS e ILO stimano tra il 4 ed il 20%) di infortuni sul lavoro nei suddetti settori ha tra le cause il consumo di bevande alcoliche. 

A ricordarlo è un recente factsheet dell’Inail: “Alcol e lavoro: alcuni risultati di un’indagine conoscitiva tra lavoratori dei settori trasporti e costruzioni” – che presenta alcuni risultati di un’indagine conoscitiva realizzata su un campione di lavoratori dei settori edilizia e autotrasporto. 

Alcol e lavoro, l’indagine Inail

L’Inail ha promosso un’indagine conoscitiva in questi due settori con un campione di 1093 lavoratori di genere maschile (costruzioni: 710, trasporti: 383).

Dall’indagine emerge che poco meno del 10% degli intervistati edili non sa dell’esistenza di una norma che vieta l’assunzione e la somministrazione di alcolici e superalcolici in edilizia; negli autotrasporti circa l’8% non è a conoscenza della ‘tolleranza zero’ per gli autisti professionisti.

Riguardo all’aver subito infortuni sul lavoro nei due anni precedenti, l’11,3% dei lavoratori edili dichiara di averne avuti. Il 12,6% dei lavoratori dei trasporti ha dichiarato di aver avuto un incidente stradale durante lo svolgimento dell’attività lavorativa nei due anni precedenti l’indagine.

Una quota consistente – circa la metà dell’intero campione intervistato – afferma di non sapere cosa fa l’azienda nei confronti dei lavoratori con problemi legati all’uso di alcol

Ambienti di lavoro e formazione

Il Piano nazionale alcol e salute del 2007 ha individuto gli gli ambienti di lavoro per l’attuazione di strategie volte a promuovere una politica sull’alcol fondata sull’educazione, la promozione della salute, la tempestiva identificazione o autoidentificazione dei soggetti a rischio e la possibilità di intraprendere nel pieno rispetto della privacy trattamenti integrati resi disponibili presso le strutture sanitarie e socio sanitarie.   

Il PNAS aveva durata triennale (1 gennaio 2007-31 dicembre 2009) ma le indicazioni in esso contenute sono tuttora valide ed inserite tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione come punto di riferimento per le azioni di prevenzione di livello nazionale e regionale

Ecco i 10 obiettivi da raggiungere:

  1. Aumentare la consapevolezza del rischio connesso con il consumo di alcol nella popolazione generale e in alcune fasce di popolazione particolarmente esposte (anziani, giovani, donne), nonché il sostegno a favore delle politiche di salute pubblica finalizzate alla prevenzione del danno alcolcorrelato.
  2. Ridurre i consumi a rischio (e in particolare quelli eccedentari e al di fuori dei pasti) nella popolazione e in particolare nei giovani, nelle donne e nelle persone anziane.
  3. Ridurre la percentuale dei giovani minori di 18 anni che assumono bevande alcoliche, nonché l’età del primo contatto con le stesse.
  4. Ridurre il rischio di problemi alcolcorrelati che può verificarsi in una varietà di contesti quali la famiglia, il luogo di lavoro, la comunità o i locali dove si beve.
  5. Ridurre la diffusione e la gravità di danni quali gli incidenti e gli episodi di violenza, gli abusi sui minori, la trascuratezza familiare e gli stati di crisi della famiglia.
  6. Mettere a disposizione accessibili ed efficaci trattamenti per i soggetti con consumi a rischio o dannosi e per gli alcoldipendenti.
  7. Provvedere ad assicurare una migliore protezione dalle pressioni al bere per i bambini, i giovani e coloro che scelgono di astenersi.
  8. Aumentare la diffusione dei metodi e strumenti per l’identificazione precoce della popolazione a rischio.
  9. Aumentare la percentuale di consumatori problematici avviati, secondo modalità adeguate alla gravità dei problemi, al controllo dei propri comportamenti di abuso, con particolare riferimento ai giovani.
  10. Garantire l’adeguamento dei servizi secondo le previsioni della legge 125/2001 e aumentare la qualità e la specificità dei trattamenti nei servizi specialistici per la dipendenza da alcol.

A livello aziendale serve anche una maggior attenzione ai rischi psicosociali. Una loro adeguata valutazione e gestione potrebbero contribuire a contrastare le conseguenze negative sul lavoro del consumo di alcol, con un miglioramento, ad esempio, del complesso di performance lavorativa e delle relazioni interpersonali e con una riduzione dell’assenteismo e soprattutto del numero degli infortuni. 

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