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Controlli ANGA 2025: nuove regole su sicurezza e conformità delle attrezzature

Il 2025 porta importanti aggiornamenti per i controlli ANGA (Albo Nazionale Gestori Ambientali), che mirano a garantire una maggiore trasparenza e tracciabilità nelle procedure di verifica delle attrezzature e dei macchinari. Questi aggiornamenti sono stati introdotti per rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro e assicurare la conformità delle attrezzature utilizzate dalle aziende.

Il quadro normativo aggiornato

Il nuovo regolamento sui controlli ANGA si inserisce nel contesto delle normative già esistenti in materia di sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento al DLgs 81/2008 e al DLgs 17/2010, che disciplinano la sicurezza delle attrezzature e dei macchinari. Le nuove disposizioni prevedono una maggiore attenzione alla documentazione e alla corretta manutenzione delle attrezzature, in linea con le normative europee.

Principali novità del regolamento ANGA 2025

  1. Certificazione obbligatoria per gli operatori: gli operatori incaricati dei controlli ANGA devono essere in possesso di una certificazione specifica, ottenuta attraverso un percorso formativo riconosciuto;
  2. Verifiche periodiche più frequenti: il regolamento prevede che le attrezzature soggette a controllo ANGA vengano verificate con maggiore frequenza, in base al loro utilizzo e al rischio associato;
  3. Tracciabilità digitale dei controlli: i risultati delle verifiche devono essere registrati su una piattaforma digitale, che consente di tracciare in tempo reale lo stato delle attrezzature e degli interventi di manutenzione effettuati;
  4. Aggiornamento della documentazione tecnica: le aziende devono garantire che la documentazione relativa alle attrezzature sia sempre aggiornata e conforme alle nuove disposizioni.

Implicazioni per le aziende

Le nuove regole sui controlli ANGA impongono alle aziende di adottare un approccio più rigoroso alla gestione delle attrezzature e dei macchinari. La certificazione degli operatori garantisce una maggiore professionalità nelle operazioni di controllo, riducendo il rischio di incidenti legati all’uso di macchinari non conformi.

Inoltre, la tracciabilità digitale semplifica il monitoraggio delle verifiche, consentendo alle aziende di dimostrare in modo chiaro la conformità alle normative in caso di ispezioni o controlli da parte delle autorità competenti.

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Intelligenza Artificiale, la nuova frontiera per la sicurezza sul lavoro

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale (nei luoghi di lavoro si inserisce nel contesto normativo delineato dal DLgs 81/2008, che stabilisce le misure generali di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

In particolare, l’articolo 15 del decreto enfatizza l’importanza della valutazione dei rischi e dell’adozione di misure preventive adeguate. L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nelle pratiche di sicurezza deve pertanto rispettare i principi di prevenzione e protezione previsti dalla normativa vigente.

Monitoraggio in tempo reale

L’IA consente il monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro attraverso sensori avanzati e sistemi di visione artificiale. Questi strumenti possono rilevare situazioni potenzialmente pericolose, come l’assenza di dispositivi di protezione individuale o comportamenti anomali dei lavoratori, permettendo interventi tempestivi per prevenire incidenti.

Previsione degli infortuni

Attraverso l’analisi di grandi quantità di dati, l’Intelligenza Artificiale può identificare pattern che precedono gli infortuni. Ad esempio, l’analisi dei dati raccolti da sensori indossabili può prevedere infortuni legati a movimenti ripetitivi o posture scorrette, consentendo l’adozione di misure preventive mirate.

Formazione personalizzata

Le tecnologie basate sull’IA stanno rivoluzionando la formazione dei lavoratori. Simulazioni di realtà virtuale potenziate dall’IA offrono esperienze immersive, permettendo ai lavoratori di affrontare situazioni pericolose in un ambiente controllato, migliorando la preparazione e la risposta agli incidenti.

Manutenzione predittiva

L’IA è essenziale nella manutenzione predittiva delle attrezzature. Analizzando i dati dei sensori integrati nei macchinari, gli algoritmi di IA possono prevedere guasti e malfunzionamenti prima che si verifichino, riducendo il rischio di incidenti legati a attrezzature difettose e migliorando l’efficienza operativa.

Comunicazione e risposta alle emergenze

In caso di emergenza, la velocità e l’accuratezza della comunicazione sono cruciali. I sistemi di IA possono coordinare le risposte alle emergenze, fornendo istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e ai soccorritori, migliorando la gestione delle situazioni critiche.

I vantggi dell’Intelligenza Artificiale per aziende e lavoratori

L’integrazione dell’IA nella sicurezza sul lavoro offre numerosi vantaggi:

  • Riduzione degli infortuni: la capacità predittiva dell’IA consente di identificare e mitigare i rischi prima che si traducano in incidenti;
  • Ottimizzazione della formazione: la personalizzazione dei programmi formativi aumenta l’efficacia dell’apprendimento e la preparazione dei lavoratori;
  • Efficienza operativa: la manutenzione predittiva riduce i tempi di inattività e i costi associati a guasti imprevisti.

Tuttavia, è fondamentale considerare anche i potenziali rischi, come la dipendenza eccessiva dalla tecnologia e le implicazioni etiche legate alla privacy dei lavoratori. È quindi essenziale adottare un approccio equilibrato, integrando l’IA con le pratiche di sicurezza esistenti e garantendo la supervisione umana.

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L’analisi INAIL su infortuni e malattie professionali nel settore manifatturiero

Il settore manifatturiero, regolato dal DLgs 81/2008 in materia di salute e sicurezza sul lavoro, rappresenta una componente fondamentale dell’economia italiana. Con un’occupazione che coinvolge un lavoratore su cinque e un contributo significativo al PIL nazionale, il comparto si distingue per la sua complessità e, conseguentemente, per l’elevato rischio infortunistico. L’analisi dei dati INAIL aggiornati al 31 ottobre 2024 offre una panoramica dettagliata sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali nel 2023.

Infortuni sul lavoro nel manifatturiero

Nel 2023, sono stati denunciati 93.346 infortuni nel settore manifatturiero, cifra sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (93.846) ma in calo dell’8,7% rispetto al 2019. L’incidenza infortunistica ha raggiunto il 20% del totale dei casi nella gestione Industria e servizi, riportando il settore ai livelli pre-pandemici e posizionandolo al primo posto per numero di denunce.

Infortuni mortali

I decessi sul lavoro registrati nel 2023 sono stati 178, con una diminuzione del 25% rispetto al 2019 e del 6,8% rispetto al 2022. Nonostante la riduzione, il manifatturiero si conferma al secondo posto per numero di casi mortali, preceduto solo dal settore delle costruzioni con 220 decessi.

Settori con maggior incidenza

Le attività con il maggior numero di infortuni e decessi includono:

  • Fabbricazione di prodotti in metallo: 21% degli infortuni e dei decessi;
  • Fabbricazione di macchinari: 14,2% delle denunce e circa il 10% dei decessi;
  • Industria alimentare: 11,7% delle denunce e circa il 16% dei decessi.

Differenze di genere e modalità di accadimento

Oltre l’83% degli infortuni è avvenuto durante l’attività lavorativa, mentre la restante parte si è verificata in itinere. Le lavoratrici presentano una percentuale più elevata di infortuni in itinere (30%) rispetto ai lavoratori (circa 15%), con una quota di decessi in itinere pari al 38,5% per le donne e circa il 34% per gli uomini.

Nel comparto alimentare, le lavoratrici rappresentano circa il 28% degli infortuni, in particolare nella produzione di prodotti da forno e nella lavorazione, produzione e conservazione di carni.

Implicazioni per aziende e lavoratori

I dati evidenziano la necessità di interventi mirati per migliorare la sicurezza nel settore manifatturiero. Le aziende devono rafforzare le misure di prevenzione, con particolare attenzione ai comparti ad alto rischio e alle specificità di genere. La formazione continua e l’adozione di tecnologie sicure sono fondamentali per ridurre l’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali.

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Vigilanza del Preposto: obblighi, nomina e responsabilità operativa

Il ruolo del Preposto è disciplinato dall’art. 19 del DLgs 81/2008, che ne definisce gli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Con la modifica introdotta dalla Legge 215/2021, l’art. 18, comma 1, lettera b-bis, stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di individuare formalmente il Preposto mediante atto scritto, tracciabile e conservato. Questa nomina deve tenere conto della reale possibilità del Preposto di esercitare la vigilanza, richiedendo una presenza effettiva sul campo.

Obblighi di vigilanza e presenza effettiva

La giurisprudenza ha chiarito che il Preposto non è tenuto a una sorveglianza ininterrotta dei lavoratori, ma deve garantire un controllo continuo ed efficace sull’osservanza delle disposizioni di sicurezza. La Cassazione Penale, nella sentenza n. 49361/2015, ha precisato che non è configurabile un obbligo di presenza costante e continua sui luoghi di lavoro, specialmente quando si tratti di comportamenti del lavoratore del tutto estranei alle quotidiane e abituali attività. È sufficiente una presenza assidua e verificabile sul cantiere.

Inoltre, la sentenza n. 20820/2019 della Cassazione Penale ha sottolineato come questa figura debba vigilare sull’attività del lavoratore, anche allo scopo di prevenire e correggere comportamenti negligenti e imprudenti, assumendo la veste di garante dell’obbligo di assicurare la sicurezza sul lavoro. Tuttavia, tale obbligo non si traduce in una sorveglianza costante e continua, ma in un controllo diretto, personale e senza intermediazioni.

Il ruolo del Preposto

Le aziende devono procedere all’individuazione formale del Preposto con atto scritto, tracciabile e conservato, come previsto dall’art. 18, comma 1, lettera b-bis, del D.Lgs. 81/2008. La nomina deve tener conto dell’effettiva possibilità di esercitare la vigilanza, richiedendo una presenza reale sul campo.

Il Preposto, a sua volta, deve sovrintendere e vigilare sull’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, intervenendo direttamente in caso di inosservanze e segnalando tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro, nonché ogni altra condizione di pericolo rilevata durante la vigilanza.

Inoltre, ha l’obbligo di frequentare corsi di formazione specifici, anche di aggiornamento periodico, in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.

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Sicurezza sul lavoro, Capobianco il 20 maggio a Palazzo Chigi: “Attestati ‘facili’ sono minaccia”

Martedì 20 maggio, il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco, parteciperà a un incontro a Palazzo Chigi tra il Governo e le principali associazioni di categoria per discutere di salute e sicurezza sul lavoro. In questa sede, Conflavoro presenterà le proprie proposte per incentivare la diffusione di buone pratiche di prevenzione nelle aziende, focalizzandosi anche sul pericoloso fenomeno degli attestati ‘facili’, una vera e propria minaccia alla sicurezza dei lavoratori, che contribuisce alla costanza delle oltre mille mille morti l’anno in Italia legate alla carenza di sicurezza sul luogo di lavoro.

I rischi per la sicurezza sul lavoro

Gli attestati ‘facili’ sono certificazioni che vengono rilasciate senza che i lavoratori abbiano realmente acquisito le competenze necessarie per operare in sicurezza. Sono, a tutti gli effetti, attestati falsi perché i corsi correlati, spesso, risultano addirittura inesistenti e in ogni caso, anche se erogati, non rispettano in alcun modo le normative e le best practices stabilite dalla legge, mettendo così a rischio la sicurezza dei lavoratori.

Il fenomeno degli attestati ‘facili’ non riguarda solo la parte che eroga la formazione, ma coinvolge anche le imprese che scelgono di accettare corsi che non soddisfano i requisiti di legge. Le conseguenze di questa pratica sono devastanti e il lavoratore risulta essere la parte più vulnerabile: senza una formazione adeguata, infatti, si espone a un rischio maggiore di infortuni e incidenti.

Un danno anche per imprese e collettività

“Non solo i soggetti che rilasciano attestati ‘facili’, falsi, compiono uno scempio – spiega Roberto Capobianco – ma anche le imprese che decidono di accettare corsi di formazione dai contenuti inadeguati o del tutto inesistenti commettono un grave errore. Non solo mettono a rischio la vita dei propri dipendenti, ma espongono se stesse a danni economici, legali e reputazionali. In caso di infortunio, infatti, sarà impossibile giustificare l’adozione di corsi di sicurezza che non rispettano gli standard previsti dalla normativa vigente. Le conseguenze per le imprese conniventi potrebbero essere devastanti, a partire dalle pesanti sanzioni previste”.

Capobianco: “La formazione non è mai una formalità”

“Ma prima di tutto – evidenzia il presidente di Conflavoro – la sicurezza sul lavoro è una responsabilità morale verso chi ogni giorno mette la propria vita e la propria salute nelle mani dell’azienda. Verso chi esce di casa e rischia di tornarvi infortunato o, purtroppo, non di tornarvi affatto. L’attestato di formazione deve rappresentare una garanzia di competenza e preparazione, non una semplice formalità. Quando questo viene falsato, il rischio non riguarda solo l’individuo, ma tutta la collettività. Un ambiente di lavoro insicuro è un pericolo per tutti, dai colleghi ai familiari del lavoratore”.

“La sicurezza sul lavoro non è una formalità, è una cultura che va assimilata fin da giovani, ancora prima di entrare nel mercato. La prevenzione non deve mai essere messa in secondo piano, ma deve essere considerata una priorità assoluta per tutti gli attori coinvolti: imprese, enti di formazione e istituzioni”.

“Conflavoro, da sempre impegnata nella tutela della sicurezza sul lavoro, ritiene che sia fondamentale cambiare rotta, partendo dalla promozione di una cultura della sicurezza che non sia solo formale, ma che venga percepita finalmente come cultura e sappia garantire la reale preparazione dei lavoratori contro ogni rischio. È necessario un intervento deciso da parte delle istituzioni, affinché si ponga fine agli attestati ‘facili’ e vengano promosse solo formazioni qualificate e certificate”, conclude Capobianco.

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