infortuni

Primo semestre 2023, infortuni in etinere (+6%) e malattie professionali (+22,4%)

Nella sezione Open data del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio– nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di giugno. Di seguito il report semestrale.

Infortuni, i dati da gennaio a giugno 2023

Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di giugno sono state 296.665, in calo rispetto alle 382.288 dei primi sei mesi del 2022 (-22,4%), in aumento rispetto alle 266.804 del 2021 (+11,2%).

A livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nel primo semestre del 2023, rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 340.784 del 2022 ai 252.675 del 2023 (-25,9%); mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6,0%, da 41.504 a 43.990.

Nel giugno di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -27,6% nella gestione Industria e servizi (dai 313.474 casi del 2022 ai 226.964 del 2023), un -1,1% in Agricoltura (da 12.612 a 12.471) e un +1,8% nel Conto Stato (da 56.202 a 57.230).

Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-73,1%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-63,2%), e il Trasporto e magazzinaggio (-55,2%).

In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+17,4%), dell’abbigliamento (+8,7%) e dei prodotti chimici (+2,2%).

Il calo che emerge dal confronto tra il primo semestre del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -35,6% (da 165.055 a 106.305 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,4% (da 217.233 a 190.360).

Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%) sia quelli comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,1%).

Infortuni mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sei mesi di quest’anno sono state 450, 13 in meno rispetto alle 463 registrate nel periodo gennaio-giugno 2022.

A livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano per il primo semestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 121 a 104, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 342 a 346. Il calo ha riguardato l’Agricoltura (che scende da 57 a 47 casi) e il Conto Stato (da 18 a 15), mentre nell’Industria e servizi i decessi sono stati 388 in entrambi i periodi.

Al 30 giugno di quest’anno risultano sei denunce di incidenti plurimi per un totale di 12 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi sei mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati otto per un totale di 18 decessi, tutti stradali.

Denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2023 sono state 38.042, quasi settemila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+22,4%). I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno mostrano un aumento del 22,6% nella gestione Industria e servizi (da 25.507 a 31.262 casi), del 21,1% in Agricoltura (da 5.308 a 6.430) e del 29,6% nel Conto Stato (da 270 a 350).

In ottica di genere si rilevano 4.779 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 23.054 a 27.833 (+20,7%), e 2.178 in più per le lavoratrici, da 8.031 a 10.209 (+27,1%). L’aumento riguarda sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 28.725 a 34.978 (+21,8%), sia quelle dei comunitari, da 781 a 911 (+16,6%), e degli extracomunitari, da 1.579 a 2.153 (+36,4%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sei mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

centrali idroelettriche

Centrali idroelettriche, criticità e rischi

Sull’analisi dettagliata dei rischi e delle problematiche di gestione legate alle apparecchiature delle centrali idroelettriche si concentra un fact sheet dell’Inail, disponibile nel catalogo delle pubblicazioni sul sito dell’Istituto. In particolare, viene evidenziata la valutazione dei rischi a cui sono esposti i lavoratori di questi impianti.

I livelli di sicurezza in dighe e centrali idroelettriche

Le dighe possono essere distinte in dighe murarie, progettate per contrastare la spinta dell’acqua sfruttando la massa o la resistenza meccanica della struttura arcuata; dighe in materiale sciolto, che sfruttano la resistenza di massa del materiale; altri tipi di strutture minori, realizzate anche con tecniche di bioarchitettura utilizzate per regolare il flusso delle acque.

Gli scarichi delle acque vanno dimensionati in base ai dati di piovosità dell’area e la struttura deve possedere sistemi di rilevazione per eventuali cedimenti o infiltrazioni. Anche nelle centrali idroelettriche il processo di trasformazione in energia deve essere opportunamente controllato. Il fact sheet elenca in dettaglio l’iter di passaggio, sottolineando che nelle dighe di recente costruzione o in quelle ristrutturate è prevista una rete di sensori di monitoraggio di ogni componente, che segnalano eventuali anomalie e permettono anche di attivare automaticamente azioni.

I criteri principali di valutazione dei rischi

Se le dighe possono costituire una possibile fonte di rischio per l’incolumità delle popolazioni, altrettanto può dirsi per i lavoratori addetti a gestione e manutenzione.

Essendo le centrali idroelettriche ubicate principalmente in zone impervie, il documento sottolinea i rischi legati alle vie di comunicazione e l’esposizione a basse temperature d’inverno e a quelle elevate in estate. Negli ambienti al chiuso, oltre ai rischi termici, va fatta anche una verifica della stabilità delle strutture, la presenza di luoghi idonei per la permanenza come dormitori e servizi igienici e di vie di fuga idonee in caso di emergenza.

Nelle fasi di manutenzione, poi, i lavoratori sono esposti a rischi specifici, che vanno dalle cadute dall’alto per l’uso di scale e trabattelli, allo scivolamento, alla caduta di oggetti, senza tralasciare gli altri rischi di varia natura derivanti dall’utilizzo di lubrificanti e vernici o di attrezzature a pressione.

Le misure di prevenzione per i lavoratori

Le maggiori criticità a cui vanno incontro le centrali idroelettriche, sottolineano gli autori nella parte finale dello studio, sono da registrarsi nelle fasi di costruzione dell’invaso e della centrale, nelle loro modifiche e nelle successive attività di manutenzione.

Viene raccomandato di curare l’efficienza degli apparecchi a pressione che azionano i sistemi di regolazione delle portate d’acqua con accurati controlli periodici; di porre la massima attenzione agli effetti del rumore, le cui emissioni sonore possono essere ridotte da una puntuale manutenzione.

Se la misura di valori superiori a 80 decibel è considerata tale da richiedere azioni di bonifica o l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, è necessario considerare gli effetti extra uditivi di valori superiori a 60 decibel che sono causa di stress, insonnia e gastriti.

Se non è possibile ridurre l’esposizione ai rischi anche utilizzando attrezzature specifiche, può essere necessario dotare i lavoratori delle centrali idroelettriche di dispositivi di protezione e di indumenti idonei, come tute da lavoro, guanti protettivi, scarpe con rinforzi in acciaio e suole antiscivolo insieme a dispositivi di protezione di udito e vista. Fondamentale resta l’attività di formazione, che deve essere specifica e tarata sull’attività svolta in centrale.      

applicativo inail

Attivo lo sportello digitale dell’Inail

Prenotare, ripianificare e gestire un appuntamento con un operatore Inail, sia presso una sede, sia in modalità remota, attraverso il proprio smartphone. Con l’attivazione dello Sportello digitale l’Inail prosegue il suo processo di avvicinamento alle esigenze dei cittadini.

L’aggiornamento numero quattro dell’App lanciata nel 2021 prevede, infatti, la possibilità per gli utenti di programmare i propri appuntamenti, da gestire in presenza o attraverso la piattaforma Teams, modificando data e orario o annullandoli, e di avere sempre a portata di mano informazioni e indicazioni relative ai consulti pianificati e a quelli già effettuati.

Dopo ogni appuntamento, è possibile, infine, rilasciare una valutazione. La nuova funzionalità si integra con il servizio “InTempo”, attivo da novembre 2022, che consente di prenotare il posto in coda prima dell’accesso nelle sedi e di fare il check-in con il QR-code.

Assistenza e documenti a portata di click nello sportello digitale dell’Inail

L’attivazione dello Sportello digitale sull’app Inail ha seguito l’avvio del servizio Mychat ad aprile scorso, che ha introdotto l’assistente virtuale di supporto, il chatbot, per un’assistenza h24 in tempo reale.

Ci sono poi le “Certificazioni uniche” per consultare l’elenco dei propri documenti e salvarli in formato pdf, “Sedi” per trovare sulla mappa la sede Inail più vicina con orari e indicazioni stradali e “Guide e manuali”, con la quale si accede alla sezione del portale Inail con le guide e i manuali operativi su norme e procedure.

👉 Scarica l’app Inail
ricerche di laboratorio

Ricerche di laboratorio, l’UE pubblica le buone pratiche

La commissione Europea ha stilato i principi di Good Laboratory Practice (GLP) con lo scopo di promuovere la qualità e la validità dei dati ottenuti durante le ricerche di laboratorio e di sperimentazione di sostanze chimiche per prevenire pratiche fraudolente. Il porvvedimento si chiama Q&A – Concerning the implementation of directive 2004/9/EC and 2004/10/EC on Good Laboratory Practice (GLP) – Edizione Luglio 2023.

Due le normative ad ora applicabili: Direttiva 2004/9/CE dell’11 febbraio 2004 – Gu L 50/28 del 20 febbraio 2004; Direttiva 2004/10/CE dell’11 febbraio 2004 – Gu L 50/44 del 20 febbraio 2004.

I principi del GLP vengono applicati ai test di sicurezza non clinici degli elementi di prova contenuti in una gamma di prodotti e la loro l’applicazione è richiesta da una varietà di diverse normative specifiche per prodotto.

Ricerche di laboratorio, i principi comuni del GLP

I principi sono finalizzati a ottenere dei dati sperimentali che permettano la valutazione della sicurezza e a garantire che non ci siano effetti avversi sull’uomo, sugli animali e sull’ambiente di tutti i prodotti chimici.

Inoltre, i principi comuni del GLP consentono lo scambio di informazioni, evitando incongruenze tra gli studi nei diversi Stati e prevengono l’insorgere di barriere non tariffarie al commercio.

In sintesi, è possibile elencare i vantaggi che derivano dall’adozione di tali pratiche nelle ricerche di laboratorio:

– la migliore credibilità complessiva e la qualità dei dati prodotti;

– evitare la duplicazione di prove a causa dei differenti requisiti regolatori tra i diversi Paesi e tra gli Stati membri UE e conseguente diminuzione dei costi per la ricerca e riduzione del numero degli esperimenti sugli animali, grazie al reciproco riconoscimento dei risultati ottenuti sulla base di metodi uniformi e riconosciuti;

– la facilitazione degli scambi commerciali.

cambiamento climatico

L’impatto del cambiamento climatico sul lavoro, i dati Inail

Al cambiamento climatico, che si sta imponendo come un nuovo fattore da considerare nella valutazione dei rischi sul lavoro, è dedicato un focus di approfondimento tecnico-scientifico all’interno del numero di luglio di Dati Inail, il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Istituto.

Gli effetti del cambiamento climatico sulla salute e la sicurezza dei lavoratori

Come viene spiegato nel report Inail, il cambiamento climatico opera effetti diretti e indiretti sul benessere dei lavoratori, in particolare di coloro che svolgono le proprie mansioni all’aperto. Le condizioni meteorologiche avverse, come temperature estreme, radiazioni ultraviolette, piogge violente, inondazioni, siccità, hanno fatto emergere nuovi rischi professionali, o aggravato, allo stesso tempo, quelli già esistenti.

Un possibile esempio ci è offerto dal fatto che l’innalzamento delle temperature e le modifiche nell’uso del territorio possono favorire l’introduzione di nuovi vettori biologici e agenti infettivi in zone prima indenni, aumentando il rischio di infezioni e focolai epidemici in alcuni ambiti lavorativi.

La valutazione dei rischi “climatici” come strumento di prevenzione

La valutazione complessiva dei rischi, prevista dall’art. 17 del decreto legislativo 81/2008, deve dunque tenere in considerazione gli impatti che il cambiamento climatico può generare nello svolgimento delle attività lavorative.

Per individuare le misure adeguate di prevenzione e protezione è necessario effettuare un’analisi dettagliata che tenga conto di fattori come le caratteristiche degli ambienti di lavoro, le attività più esposte, l’individuazione dei lavoratori più vulnerabili, lo sforzo fisico, la predisposizione di procedure di lavoro ordinario o di emergenza.

In questo modo le aziende sono in grado di individuare le aree di lavoro e le attività maggiormente esposte, concentrando gli sforzi sulla protezione dei lavoratori che si trovano a fronteggiare rischi più elevati. Ciò potrebbe includere la fornitura di indumenti e dispositivi di protezione adeguati alle condizioni climatiche, l’installazione di punti di erogazione d’acqua e la predisposizione di procedure di emergenza in caso di eventi atmosferici estremi.

Le misure Inail per le imprese e per i lavoratori esposti a temperature elevate

Anche l’Inail, attraverso lo strumento dell’Ot23, fornisce alle aziende con “ambienti severi caldi”, così definiti dalle norme Uni, l’opportunità di beneficiare della riduzione del premio per finalità di prevenzione attraverso l’installazione di sistemi di condizionamento microclimatico, la realizzazione di barriere per l’isolamento di sorgenti radianti e l’acquisto di indumenti con proprietà riflettenti.

Inoltre, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale dell’Inail è impegnato nella realizzazione del progetto Worklimate, che, tra le varie attività, mette a disposizione di lavoratori, autorità di sanità pubblica e operatori della prevenzione una piattaforma per valutare, monitorare e contrastare l’esposizione occupazionale a temperature elevate.

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