Infortunio sul lavoro

Solo in un giorno tre vittime sul lavoro

Sono tre le vittime sul lavoro di oggi (23 giugno). Tre operai hanno perso la vita a Materano, nel Veronese e nel Macetese (Ansa).

A Nova Siri (Matera), cadendo da un’impalcatura, è morto un operaio di 53 anni, Ciro Pinto. A Brenzone del Garda (Verona), un uomo di 65 anni è precipitato a terra mentre stava costruendo un muretto. Un altro operaio di 54 anni, padre di quattro figli, è precipitato dal tetto del capannone di una ditta di fertilizzanti, si chiamava Grimaldo Paolomino (Ansa).

Le vittime sul lavoro in Italia: i dati Inail

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di marzo sono state 189, quattro in più rispetto alle 185 registrate nel primo trimestre del 2021 e 23 in più rispetto alle 166 del periodo gennaio-marzo 2020.

L’aumento ha riguardato l’Industria e servizi (da 158 a 160 denunce) e l’Agricoltura (da 16 a 20 casi).

L’incremento rilevato tra i primi trimestri del 2021 e del 2022 è legato solo alla componente femminile, le vittime denunciate sono passate da 14 a 24, mentre quella maschile scende da 171 a 165. In aumento le denunce dei lavoratori italiani (da 158 a 163), in calo quelle dei comunitari (da 9 a 8) e in parità quelle degli extracomunitari (18 in entrambi i periodi). Dall’analisi per classi di età, da segnalare gli aumenti dei decessi tra gli under 40 (da 34 a 49 casi) e tra i 45-49enni (da 22 a 24), in calo quelli tra i 40-44enni (da 17 a 16) e tra gli over 49enni (da 112 a 100).

Un cambio di passo deve essere fatto – aveva dichiarato il presidente nazionale Roberto Capobianco commentando i numeri delle vittime -. Ecco perché torniamo a ribadire alle istituzioni la necessità di avviare un percorso virtuoso per semplificare i troppi farraginosi adempimenti, tenendo conto dei diversi livelli di rischio delle imprese e promuovendo sistemi incentivanti per le aziende che, per adempiere ai giusti obblighi normativi, sostengono costi che spesso non possono in realtà permettersi“.

datore

Sicurezza sul lavoro, la formazione anche per i datori di lavoro

Formazione in ambito sicurezza sul lavoro anche per i datori di lavoro. Novità per quanto riguarda il preposto: il rinnovo sarà biennale

In arrivo alcune novità introdotte dalla legge di conversione del Decreto Fisco-Lavoro che prenderanno forma nel nuovo Accordo della Conferenza Stato-Regioni, in arrivo entro il 30 giugno 2022.

Se ne parlerà al Festival del Lavoro 2022 che si terrà a Bologna da giovedì (23 giugno) a sabato (25 giugno).

Formazione anche a distanza

La formazione in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro potrà essere erogata sia in presenza che a distanza, attraverso la metodologia della video-conferenza in modalità sincrona, cioè con l’interazione diretta con il docente. 

NB: Non sarà però possibile svolgere a distanza le attività che prevedono una parte pratica e che potranno quindi essere svolte esclusivamente in presenza.

La formazione sulla sicurezza sul lavoro sarà anche per i datori di lavoro

I percorsi formativi della sicurezza sul lavoro saranno indirizzati anche ai datori di lavoro e non solo a coloro che svolgono direttamente l’incarico di R.S.P.P. per le proprie aziende. 

Drasticamente ridotta la periodicità degli aggiornamenti: da quinquennali saranno biennali.

Nel dettaglio la formazione prevista per i datori di lavoro:

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cantieri

Edilizia, in Gazzetta ufficiale il protocollo aggiornato per la prevenzione nei cantieri – Le novità

Obbligo mascherina, sorveglianza, comportamento dei fornitori: cosa resta in vigore fino al 31 dicembre 2022 nei cantieri

Restano in vigore fino al 31 dicembre 2022 le linee guida di prevenzione valide, e recentemente rinnovate, per tutti quei soggetti che operano nei cantieri edili, compresi datori di lavoro, lavoratori autonomi e tecnici. Linee guida che – è precisato – devono essere integrate dal coordinatore per la sicurezza (ove nominato ai sensi del Dlgs 81/08) nel Piano di sicurezza e di coordinamento. I committenti vigilano affinché le misure anti-contagio siano effettivamente adottate nei cantieri.

Le linee guida sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale (leggi qui) come allegato all’ordinanza del 9 maggio 2022 del ministero della Salute, di concerto con i dicasteri delle Infrastrutture e del Lavoro.

I punti principali delle linee guida

Le linee guida raccomandano, ove possibile, lo svolgimento in modalità di lavoro agile per i portatori di particolari patologie, in relazione alle attività di supporto al cantiere.

In generale, resta l’obbligo di mascherina e l’igienizzazione dei locali, nonché l’accesso negli spazi comuni da centellinare in modo da non creare assembramenti (es: in sala mensa). L’impresa affidataria, in collaborazione con il committente/responsabile dei lavori e con l’eventuale coordinatore della sicurezza, definisce le modalità di informazione per gli altri soggetti che accedono in cantiere  (es. tecnici, imprese subappaltatrici, lavoratori autonomi, ecc.). 

La mascherina resta necessaria anche per i fornitori esterni durante le attività di carico/scarico, qualora le operazioni richiedano più di 15 minuti.

Circa la sorveglianza sanitaria, il medico competente collabora con il datore di lavoro e le RLS/RLST, nonché con il direttore di cantiere e l’eventuale coordinatore per l’esecuzione dei lavori. Nella sostanza, il medico competente – nel rispetto della privacy – segnala situazioni di particolare fragilità al datore di lavoro, il quale dispone le idonee misure di tutela del lavoratore.


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videconferenza

Conversione DL Riaperture, via libera alla Formazione sulla sicurezza in videoconferenza con modalità sincrona

Dal Senato l’ok alla videoconferenza sincrona per la formazione che non preveda esercitazioni pratiche, in vista del nuovo Accordo Stato-Regioni previsto per giugno 2022

Ieri (19 maggio) il Senato ha dato il via libera alla conversione in legge del DL Riaperture, ora atteso in Gazzetta Ufficiale. Tra le novità, l’introduzione dell’art. 9-bis sulla Disciplina della formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Nella sostanza, viene formalizzata la possibilità di svolgere la formazione a distanza attraverso la videoconferenza in modalità sincrona.

Un provvedimento fortemente richiesto da Unasf Conflavoro PMI (leggi qui) e anche dall’Italian Summit HSE, primo vertice delle principali realtà associative del mondo HSE, organizzato e promosso da Conflavoro PMI (leggi qui) proprio per chiedere in modo univoco alle istituzioni le migliorie necessarie alla normativa inerente alla salute e sicurezza sul lavoro, a tutela e incentivazione di aziende e lavoratori. Conflavoro PMI aveva chiesto il provvedimento anche durante l’ultimo confronto al Tavolo del ministero del Lavoro sul Protocollo anti-contagio (leggi qui).

Il provvedimento arriva in vista dell’aggiornamento degli Accordi Stato-Regione previsti entro giugno 2022. La novità esclude le attività formative che richiedono un addestramento o una prova pratica, da svolgersi obbligatoriamente in presenza.

Il commento di Unasf Conflavoro PMI

“La videoconferenza in modalità sincrona ove possibile – afferma Enzo Capobianco, presidente Unasf – è giusta e doverosa e si inserisce sulla strada della semplificazione e soprattutto della chiarezza. Una metodologia, come peraltro chiarito dall’Ispettorato del lavoro e poi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, che non ostacola l’apprendimento del discente. E che dunque, come abbiamo sempre difeso, garantisce la completa efficienza del corso e la partecipazione attiva dei discenti come accade nella formazione in presenza. Il nostro obiettivo, come sempre, era quello di tutelare le imprese italiane, i docenti e gli enti formativi. In un momento ancora molto difficile sotto vari aspetti”.


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sicurezza

Inail, in 3 mesi 189 morti sul lavoro: le proposte di Unasf Conflavoro PMI per migliorare la sicurezza

Nel giorno in cui l’Inail presenta i dati trimestrali muore operaio alla Farnesina. Conflavoro PMI rilancia 3 proposte per un primo cambiamento del sistema

Oggi (28 aprile), giornata mondiale per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, un operaio è purtroppo morto durante alcuni lavori di manutenzione a un ascensore della Farnesina, sede del ministero degli Esteri. Un contesto ancora da accertare da parte delle forze dell’ordine, ma, visto l’ambito istituzionale in cui si è verificato, sicuramente un incidente assai significativo e simbolico di una condizione che in Italia deve essere rivista a ogni livello.

E proprio oggi l’Inail ha reso pubblico il nuovo report sulle denunce di infortuni, malattie e incidenti mortali sul lavoro. Numeri che peggiorano molto rispetto allo scorso anno: nel primo trimestre 2022, in particolare, gli infortuni denunciati sono stati 194.106 pari a +50,9% rispetto al gennaio-marzo 2021. Di questi, 189 sono stati mortali (+2,2%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.517 (+6,9%).

Il commento di Roberto Capobianco

“È ormai improrogabile mettere in pratica un differente approccio alla salute e sicurezza sul lavoro”, commenta Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro PMI cui fa parte Unasf.“Ci riferiamo principalmente alla formazione, per la quale è necessario attivare percorsi educativi fin dall’età scolare e al sostegno concreto delle istituzioni alle aziende nella diffusione delle buone prassi normate nel Dlgs. 81/08”.

“Insieme a una burocrazia più agevole, questi sono i tre impegni che chiediamo alle istituzioni per contribuire, insieme ad aziende e associazioni di settore, a invertire questa tragica tendenza. Un cambio di passo deve essere fatto. Ecco perché torniamo a ribadire alle istituzioni la necessità di avviare un percorso virtuoso per semplificare i troppi farraginosi adempimenti, tenendo conto dei diversi livelli di rischio delle imprese e promuovendo sistemi incentivanti per le aziende che, per adempiere ai giusti obblighi normativi, sostengono costi che spesso non possono in realtà permettersi”.

Un sistema premiale con credito d’imposta

“In particolare, per diffondere e facilitare nel breve periodo sempre più le buone prassi, proponiamo l’introduzione di un credito d’imposta per attività di prevenzione, almeno nella misura del 50%, sui costi sostenuti per attività di prevenzione, formazione, informazione e addestramento, nonché di consulenza, di medicina del lavoro e comunque in relazione a tutti quei costi imputabili all’adeguamento dell’azienda al Testo Unico sulla sicurezza”.

Tra le tante iniziative messe in campo nelle scorse settimane, Conflavoro PMI ha riunito tutte quelle realtà produttive che si occupano di salute, sicurezza e ambiente e realizzato un manifesto (richiedilo qui) per rappresentanti istituzionali volto ad ottimizzare le misure di prevenzione e protezione in azienda.


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