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Salute e sicurezza autotrasporto, siglato protocollo d’intesa Inail-Mit

Bettoni e De Micheli  firmano accordo per una serie di attività congiunte di informazione e formazione

Con il protocollo d’intesa di durata triennale sottoscritto dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, e dal presidente dell’Inail, Franco Bettoni, l’Albo nazionale degli Autotrasportatori e l’Istituto uniscono le forze per migliorare la diffusione della cultura della prevenzione in un settore che svolge un ruolo strategico per il Paese, come confermato anche durante la fase di lockdown.


Lotta agli infortuni mortali

Tra le iniziative che saranno realizzate rientra, in particolare, una campagna di comunicazione sui temi della sicurezza stradale. Come emerge dai dati dell’Inail, infatti, in Italia circa la metà degli infortuni mortali sul lavoro è legata al cosiddetto “rischio strada”. In termini di conseguenze, inoltre, gli infortuni “stradali” hanno una gravità media più elevata, sia per il grado di menomazione permanente subita che per il numero di giorni di inabilità temporanea riconosciuti dall’Istituto.


Spazio anche al rischio Covid-19

Partendo dalla consapevolezza che l’adozione delle migliori pratiche di carattere tecnico e organizzativo può contribuire allo sviluppo dell’intero settore e alla salvaguardia della sicurezza della circolazione stradale e dell’ambiente, l’accordo prevede lo svolgimento di una serie di attività congiunte di informazione e formazione degli addetti dell’autotrasporto sui rischi connessi all’esercizio della professione, sulle migliori pratiche da attuare per la tutela della salute e della sicurezza degli operatori e sulla prevenzione del rischio epidemiologico da nuovo Coronavirus.


*** Scarica il protocollo Inail-Mit

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DL Rilancio, sanificazione dispositivi e ambienti lavoro: come richiedere il credito d’imposta?

Rimborsabile fino al 60 per cento delle spese ammissibili fino a 60 mila euro

Bar, ristoranti, alberghi, teatri, cinema. E ancora: forfetari, imprenditori e imprese agricole, associazioni, fondazioni e altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore. Sono questi i soggetti che possono beneficiare dei crediti d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro (art. 120) e per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione (art. 125) previsti dal DL Rilancio (DL 19 maggio 2020, n. 34). Le spese per la sanificazione sono ammissibili anche se svolte in economia dal richiedente, avvalendosi di propri dipendenti o collaboratori e non, quindi, da operatori professionisti.

La Comunicazione deve essere effettuata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate. Può essere inviata fino al 30 novembre 2021. Il credito d’imposta può essere utilizzato esclusivamente in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 241/1997, in relazione alle spese effettivamente sostenute nel 2020, dal giorno lavorativo successivo alla corretta ricezione della relativa Comunicazione e in ogni caso a decorrere dal 1° gennaio 2021 e non oltre il 31 dicembre 2021.

Fino al 31 dicembre 2021 i soggetti aventi diritto al credito d’imposta possono optare per la cessione, anche parziale, del credito stesso ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. La cessione può riguardare esclusivamente la quota del credito relativa alle spese effettivamente sostenute, nei limiti dell’importo fruibile. 

Nel rispetto del limite di spesa di cui all’articolo 125 del DL Rilancio, il credito d’imposta, per ciascun beneficiario, è pari al 60 per cento delle spese complessive risultanti dall’ultima Comunicazione validamente presentata, in assenza di successiva rinuncia. In ogni caso, il credito d’imposta richiesto non può eccedere il limite di 60 mila euro. Per maggiori info, clicca qua.
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L’appello di Unasf al ministro Catalfo: “Necessari incentivi e rimborsi totali per Dpi e sanificazione aziende”

Conflavoro
Pmi
ha partecipato oggi (20 luglio) al tavolo in videoconferenza
dedicato a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro convocato dal ministro Nunzia Catalfo. Per l’associazione, anche in rappresentanza di Unasf, è
intervenuto il presidente nazionale Roberto
Capobianco
, chiedendo maggiore coordinamento tra i territori e,
soprattutto, incentivi e rimborsi immediati e totali alle aziende circa i costi
effettuati nei mesi scorsi e per il prossimo futuro, dovuti agli adeguamenti di
ambiente e strumenti di lavoro per frenare la diffusione del Covid.

“La tematica è tra le primarie missioni di Conflavoro – spiega
Roberto Capobianco – poiché vediamo nella prevenzione e nella sicurezza in
azienda il crocevia per un sereno equilibrio tra vita professionale e vita
privata. Da sempre promuoviamo e costruiamo per il sistema Lavoro quella che
amiamo definire ‘coscienza della sicurezza’, ma questo equilibrio nei fatti è purtroppo
ancora molto precario. Le manchevolezze diffuse, inutile negarlo, riguardano
anche lo stesso sistema istituzionale e il modus operandi degli organi
controllori, che in questo periodo per tutti nuovo dovrebbero formare gli
imprenditori prima ancora che punirli. Questi limiti ‘storici’ sono oggi
evidenti a tutti con lo scoppio dell’emergenza”.

“In particolare il sostegno e l’incentivazione, anche economica,
alla sicurezza in azienda è sempre stato una sorta di tabù in Italia. Lo Stato
potrebbe e secondo noi dovrebbe fare molto di più. Basti pensare al protocollo
anti-contagio obbligatorio: è sacrosanta la sua attuazione, su questo non si
discute anche perché risulterà fondamentale specie nei prossimi mesi. Ma sta di
fatto che porta con sé dei costi non indifferenti specie per le piccole realtà
aziendali. Che sono dunque costrette, per poter riprendere l’attività, ad
affrontare delle spese difficilmente sostenibili per la messa in sicurezza di
ambiente, strumenti e lavoratori. Di contro, dove sono i rimborsi necessari e
dovuti loro?”.

“Sì – conclude il presidente di Conflavoro – è vero che sono
finalmente state rese note le modalità per accedere al credito d’imposta così come
previsto dal decreto Rilancio, ma è altrettanto vero che questo credito copre
solo in parte i costi. Serve piuttosto
un rimborso totale e celere delle spese effettuate
. E di certo non sono
stati sufficienti, come abbiamo visto, i 50 milioni di Invitalia, polverizzati
in un secondo durante il click day. La verità è che anche nel campo della
sicurezza, soprattutto oggi, le aziende hanno bisogno di certezze burocratiche
semplici ed esaustive, non come è accaduto fino a poco tempo fa proprio per la
questione sicurezza anti-Covid, quando mancava una linea guida unitaria per
settore. E queste certezze servono principalmente sul sostegno
economico-finanziario da erogarsi al 100 per cento dallo Stato a difesa del
tessuto imprenditoriale e della salute dei nostri lavoratori”.

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Agricoltura: da Inail nuovo bando Isi per sicurezza imprese

L’Avviso pubblici Isi Agricoltura vale 65 milioni di euro: il bando revocato a favore del Dl Rilancio era da 250 milioni


Dopo la revoca del bando Isi 2019 disposta dal decreto Rilancio, è stato pubblicato il nuovo Avviso pubblico Isi Agricoltura 2019-2020 (scarica qui il bando) con il quale l’Inail mette a disposizione 65 milioni di euro a fondo perduto per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nelle micro e piccole imprese del settore agricolo. Il bando revocato prevedeva 5 assi di finanziamento per un totale di oltre 250 milioni di euro.


Il nuovo bando è suddiviso in budget regionali e ripartito in due sub-assi di finanziamento: il primo, pari a 53 milioni di euro, destinato alla generalità delle micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli; il secondo, di 12 milioni di euro, è riservato ai giovani agricoltori, organizzati anche in forma societaria.


L’incentivo è riconosciuto per l’acquisto o il noleggio, con patto di acquisto, di massimo due mezzi agricoli e/o forestali in una delle seguenti combinazioni: un trattore e una macchina dotata o meno di motore proprio, due macchine, di cui una sola dotata di motore, o due macchine senza motore.


Per essere finanziabile, ogni mezzo deve soddisfare i requisiti di una delle due misure previste dal bando quali il miglioramento del rendimento e della sostenibilità dell’azienda ovvero l’abbattimento delle emissioni inquinanti e del miglioramento di uno dei tre fattori di rischio: quello infortunistico legato all’utilizzo di mezzi obsoleti, il rischio rumore e quello legato allo svolgimento di operazioni manuali.


Il punteggio attribuito è determinato dal tipo di intervento previsto, dalle soluzioni tecniche adottate e dal livello di condivisione con le parti sociali.


Le imprese possono presentare, a partire da mercoledì 15 luglio 2020, una sola domanda in una sola regione o provincia autonoma e per un solo asse di finanziamento. La domanda deve essere presentata in modalità telematica e, in caso di ammissione, confermata attraverso l’apposita procedura online, con upload/caricamento della documentazione specificata negli Avvisi regionali/provinciali.



Le date da conoscere

15 luglio 2020Apertura della procedura informatica per la compilazione della domanda

24 settembre 2020Chiusura della procedura informatica per la compilazione della domanda

Dal 25 settembre 2020Download codici identificativi

Entro 7 giorni dalla chiusura della procedura informatica – Regole tecniche per l’inoltro della domanda online e date dell’apertura dello sportello informatico

Entro 14 giorni dall’apertura dello sportello informatico – Pubblicazione elenchi cronologici provvisori

Data da stabilirsi – Upload della documentazione (efficace nei confronti degli ammessi agli elenchi pena la decadenza della domanda)

Data da stabilirsi – Pubblicazione degli elenchi cronologici definitivi

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Formazione in aula, ecco le linee guida da seguire per ripartire in sicurezza

Finalmente possibili nuovamente i corsi in presenza: tutto quello che occorre sapere per rispettare la sicurezza di docenti e corsisti


La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato il 22 maggio, con il supporto degli uffici di prevenzione dei Dipartimenti di Sanità pubblica e all’unanimità (art. 1, c. 14, DL 33/2020) l’aggiornamento e l’integrazione alle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive” approvate nella riunione del 16 maggio.

 

In particolare e tra le altre, è stata aggiunta la scheda relativa alla formazione professionale in presenza, ossia per le attività formative da realizzare in aula.

 

Di seguito le linee guida da seguire per poter tornare a erogare corsi in presenza

 

Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione adottate dalla singola organizzazione,comprensibile anche per gli utenti di altra nazionalità;

Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in aula o alla sede dell’attività formativa in caso di temperatura > 37,5 °C;

Rendere disponibili soluzione idro-alcolica per l’igiene delle mani per utenti e personale anche in più punti degli spazi dedicati alle attività, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, e promuoverne l’utilizzo frequente;

Mantenere l’elenco dei soggetti che hanno partecipato alle attività per un periodo di 14 giorni, al fine di consentire alle strutture sanitarie competenti di individuare eventuali contatti;

Privilegiare, laddove possibile, l’organizzazione delle attività in gruppi il più possibile omogenei (es. utenti frequentanti il medesimo intervento; utenti della stessa azienda) e solo in subordine organizzare attività per gruppo promiscui;

Laddove possibile, con particolare riferimento alle esercitazioni pratiche, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni;

Gli spazi destinati alle attività devono essere organizzati in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti; tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche adeguate a prevenire il contagio tramite droplet;

Tutti gli utenti (docenti, discenti, tutor d’aula ecc.), considerata la condivisione prolungata del medesimo ambiente, dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie per tutta la durata delle attività e procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idro-alcoliche. Nel caso dei docenti, è possibile fare ricorso ad una visiera trasparente. Resta inteso che nelle attività pratiche dovranno essere utilizzati, se previsti, gli ordinari dispositivi di protezione individuale associati ai rischi della singola attività.

Dovrà essere garantita la regolare pulizia e disinfezione degli ambienti, in ogni caso al termine di ogni attività di un gruppo di utenti, con particolare attenzione alle superfici più frequentemente toccate, ai servizi igienici e alle parti comuni;

Eventuali strumenti e attrezzature dovranno essere puliti e disinfettati ad ogni cambio di utente; in ogni caso andrà garantita una adeguata disinfezione ad ogni fine giornata. Qualora la specifica attività o attrezzatura preveda l’utilizzo frequente e condiviso da parte di più soggetti (a titolo esemplificativo nel caso di cucine industriali e relative attrezzature specifiche), sarà necessario procedere alla pulizia e disinfezione frequente delle mani o dei guanti;

Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria; se ciò non fosse tecnicamente possibile, vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e in ogni caso va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati, secondo le indicazioni tecniche di cui al documento dell’Istituto Superiore di Sanità.

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