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Settimana europea per la sicurezza sul lavoro, focus sull’invecchiamento in buona salute

La campagna ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età’ al centro dell’edizione 2017

Si conclude domani (27 ottobre) la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro 2017. L’iniziativa è promossa dall’UE tramite l’Agenzia EU-OSHA ed è tesa a promuovere, ogni anno con una campagna specifica, l’importanza della prevenzione dei rischi sul luogo di lavoro, come peraltro previsto dalla normativa vigente, in Italia recepita con il Dlgs 81/2008.


La campagna 2017 – Così come ogni mansione ha bisogno di una formazione specifica sulla sicurezza, con l’avanzamento dell’età si rende necessario, per il lavoratore, una diversa tutela della salute. Ne trae beneficio sì il lavoratore, ma anche l’azienda. Per l’edizione di quest’anno l’Unione europea ha quindi deciso di focalizzarsi sull’invecchiamento in buona salute tramite la campagna ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età’.


Gli obiettivi principali prefissati – Poker di scopi per la campagna 2017 della Settimana europea per la sicurezza. Si tratta della promozione del lavoro sostenibile e dell’invecchiamento in buona salute fin dall’inizio della vita lavorativa; vi è poi la prevenzione dei problemi di salute nel corso dell’intera vita lavorativa; l’offerta di corrette modalità, ai datori di lavoro e ai lavoratori, al fine di organizzare un’efficace gestione della sicurezza e della salute di una forza lavoro che invecchia; e, infine, l’esortazione allo scambio di informazioni e buone prassi.


Forza lavoro sempre più anziana – Le stime degli esperti, dati demografici alla mano, fotografano una forza lavoro europea che sta invecchiando mentre, di pari passo, si riduce l’occupazione giovanile. Come riporta l’Agenzia EU-OSHA, infatti, entro il 2030 la supposizione è che i lavoratori di età compresa tra i 55 e i 64 anni rappresenteranno almeno il 30 per cento della forza lavoro in molti Paesi. Specialmente questa fascia anagrafica, collegata alla fine della vita lavorativa, è esposta a rischi e pericoli maggiori. Circa il 22 per cento dei lavoratori oltre i 50 anni, peraltro, ritiene che non sarà più abile a svolgere l’attuale mansione una volta compiuti i 60 anni e il 26 per cento è convinto che il lavoro stia avendo effetti negativi sulla propria salute.

I principali problemi dopo i 50 anni – La campagna ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età’ punta a promuovere specifiche misure di tutela della salute del lavoratore focalizzandosi, in particolar modo, su questa fascia di età la quale, per una serie di motivi, è più sensibile ai rischi. Quali? Principalmente, sostengono studi di settore, sono legati a problematiche fisiche, sensoriali, cognitive, all’insorgenza di malattie professionali e a situazioni fisiopsichiche (ad esempio la menopausa), nonché all’avanzamento di malattie derivanti dallo stress lavoro-correlato. A quest’ultimo punto UNASF Conflavoro PMI ha dedicato un focus leggibile cliccando qui.

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Rischi cancerogeni e biologici, obbligatorio comunicare online il Registro di esposizione

Attiva la nuova piattaforma Inail, ecco i doveri del datore di lavoro

Dal 12 ottobre 2017, in attuazione del decreto interministeriale n.183 del 25 maggio 2016 circa il SINP, sul portale online dell’Inail è attiva la trasmissione del ‘Registro di esposizione’. Il riferimento è alla comunicazione, adesso esclusivamente telematica, dei dati relativi al registro di esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni e al registro di esposizione ad agenti biologici.


Lo scopo, così come accade, sempre dal 12 ottobre, per l’invio telematico all’Inail dei dati relativi agli infortuni sotto la soglia di risarcibilità, è quello di creare un database che possa trattare in modo tempestivo e più qualitativo la materia. Contestualmente, il nuovo obbligo punta a migliorare il sistema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in un’ottica di semplificazione ed efficienza.


Gli obblighi del datore di lavoro – Nei casi di riconosciuto rischio per la salute del lavoratore è prevista l’istituzione di un registro contenente i dati dei soggetti esposti, tra cui le attività coinvolte, gli agenti e le misure di esposizione. Il registro in questione, per tramite del medico competente, deve essere tenuto dal datore di lavoro. Il nuovo servizio online dell’Inail prevede l’invio telematico di questi dati e un percorso guidato, con campi precompilati e tabelle di riferimento, il quale, rispetto al passato, prevede un’unica procedura per Asl e Inail. Le Asl, inoltre, adesso possono disporre in maniera diretta dei dati riversati nella piattaforma telematica Inail senza svolgere attività di ricezione, trattamento e archiviazione.

La valutazione integrata e continua dei dati – Il nuovo sistema telematico Inail rende possibile valutare in modo integrato, nonché in un’ottica di vigilanza continua, i dati relativi alle patologie, in particolare quelli inerenti la sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali. “La sorveglianza epidemiologica delle esposizioni ad agenti cancerogeni e biologici – afferma Alessandro Marinaccio, responsabile del Laboratorio di epidemiologia dell’Inail – è uno strumento molto importante per monitorare e ridurre i rischi per la salute. Un sistema di registrazione nazionale, come quello da tempo attivo in Italia, ha lo scopo di aumentare la consapevolezza dei rischi tra datori di lavoro, operatori di salute e sicurezza e lavoratori stessi, ed è uno strumento strategico per valutare l’efficacia delle misure di contenimento dell’esposizione”.

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Sicurezza sul lavoro: aumentano gli infortuni e i decessi denunciati all’Inail

Rispetto a settembre 2016 crescono gli incidenti in itinere, diminuiscono i casi di malattia professionale

Circa mezzo milione di lavoratori soggetti a infortuni, di cui 800 deceduti. Nei primi nove mesi del 2017 le denunce in merito presentate all’Inail hanno visto un incremento numerico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto nel settore dell’industria e a causa degli incidenti in itinere, cioè avvenuti durante il tragitto casa-lavoro-casa. In calo, invece, le malattie professionali. E’ lo stesso Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro a rendere noti i dati, ancora provvisori.


I numeri degli infortuni – Dall’inizio dell’anno sono state 471.518 le denunce di infortunio registrate dall’Inail, 594 in più (+0,1%) rispetto a settembre 2016. Aumentano senza grandi distinzioni  di genere sia gli incidenti che colpiscono gli uomini (+330) sia quelli riguardanti le donne (+264). Nel computo generale, le fasce d’età più soggette a incidenti si sono dimostrate quelle comprese tra i 55 e i 59 anni e i 60 e i 69 anni, entrambe con circa 2 mila casi denunciati. In calo le denunce inerenti i lavoratori italiani (-1600) e, di contro, in aumento le denunce degli stranieri (+2.200). Nel peggioramento della media infortuni risultano decisivi gli incidenti avvenuti in itinere, in aumento del 3,7 per cento.


I settori colpiti – Nella fattispecie sono aumentati gli incidenti denunciati nel settore dell’Industria e servizi rispetto a settembre 2016 (+0,8%). Di questi, lo 0,3 per cento è avvenuto sul luogo di lavoro e il 3,8 per cento in itinere. Diminuiscono, invece, le denunce in Agricoltura (-5,9%) e Conto Stato (-1,3%).


I territori colpiti – Il Nord Italia, nei primi nove mesi del 2017, ha fatto da traino negativo nell’incremento delle denunce all’Inail, registrando oltre 3 mila casi in più nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. In calo, invece, le denunce presentate in Centro Italia (-781), Sud Italia (-969) e Isole (-683). Nel dettaglio, gli aumenti più sensibili sono avvenuti in Lombardia (+1.794 denunce) ed Emilia-Romagna (+1.238). Di contro, le diminuzioni più significative sono state registrate in Sicilia (-903) e Puglia (-836).


I numeri delle malattie professionali – Diminuiscono le denunce di malattia professionale nei primi nove mesi del 2017: sono state 43.312 a livello nazionale, oltre 1.500 in meno (-3,4%) rispetto al 30 settembre 2016. 31.412 hanno riguardato gli uomini (-1.009) e 11.900 le donne (-538). Il calo – sottolinea l’Inail – consolida il trend del 2017, ossia l’inversione di un andamento che insisteva a crescere da anni.  


I settori colpiti e le malattie professionali più denunciate – La tendenza alla diminuzione delle malattie professionali denunciate all’Inail è stata rilevata tanto in Industria e servizi quanto in Agricoltura e Conto Stato. Nel primo settore i casi registrati sono stati 34.387 (-493); nel secondo, dove la diminuzione delle denunce è la maggiore nel computo totale, i casi rilevati sono stati 8.397 (-1.040); per quanto riguarda il Conto Stato, le denunce regolarmente presentate all’Inail sono state 528 (-14). La larga percentuale delle malattie professionali denunciate, circa l’80 per cento, riporta a patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, così come a quelle del sistema nervoso e dell’orecchio.


I morti sul lavoro – Nei primi nove mesi del 2017 sono state 769 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale. Nello stesso periodo del 2016 furono 753: l’incremento, dunque, è di 16 casi per una percentuale pari a 2,1 punti in più. 696 sono stati i decessi maschili (+18 casi; +2,7%) e 73 quelli femminili (-2; -2,7%). In aumento sia i morti sul luogo di lavoro (+0,4%) sia quelli in itinere (+6,9%). In crescita le denunce mortali riferite a lavoratori italiani (+15 casi) e stranieri comunitari (+4), mentre diminuiscono quelle riguardanti gli extracomunitari (-3).

I settori e i territori colpiti – In un anno i soggetti deceduti sono stati 648 per quanto riguarda il settore dell’Industria e servizi (+40 casi; +6,6%), 100 nell’Agricoltura (-9; -8,3%) e 21 nel Conto Stato (-15; -41,7%). L’incremento maggiore è stato registrato nel Nord Ovest, con 33 denunce dall’esito mortale in più rispetto a settembre 2016 (Liguria +15; Lombardia +14; Piemonte +4). 11, invece, i casi rilevati al Sud (Abruzzo +19; Puglia +2; Campania -7; Basilicata -3) e 7 quelli collegati alle Isole (Sicilia +8; Sardegna -1). In calo la zona del Nord Est (-26 casi) e, in particolar modo, il Veneto (-17) e l’Emilia-Romagna (-9). Diminuiscono le denunce di infortunio con esito mortale anche al Centro (-9 decessi) con riduzioni in Umbria (-8 casi), Marche (-3), Toscana (-1) e aumenti nel Lazio (+3).

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Aziende e rischio stress lavoro-correlato, Inail aggiorna la guida per la valutazione

Sviluppate in merito anche alcune sezioni della piattaforma telematica dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro


L’Inail ha pubblicato sul proprio sito Web una versione aggiornata, scaricabile gratuitamente cliccando qua, del manuale a uso aziendale ‘La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato’. Le aziende interessate a utilizzare gli appositi servizi di valutazione della piattaforma telematica dell’Inail devono registrarsi seguendo le istruzioni presenti sullo stesso sito dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Sul portale di Unasf Conflavoro PMI, invece, è presente un’analisi dettagliata relativa al rischio in argomento.

Gli aggiornamenti – La metodologia dell’Inail circa la valutazione del rischio stress lavoro-correlato prevede quattro fasi: propedeutica, di valutazione preliminare, di valutazione approfondita e di pianificazione degli interventi. Ciascun passaggio è stato aggiornato, così come come sono state rinnovate le sezioni di supporto all’utilizzo della piattaforma Web, compresa quella relativa alle FAQ:

La fase propedeutica indica la costituzione del gruppo di lavoro, il quale ha compiti inerenti la formazione specifica e lo sviluppo del piano di valutazione e della strategia comunicativa, col coinvolgimento del personale e l’identificazione dei gruppi omogenei. Quest’ultima sezione prevede nuovi campi compilabili riguardanti la ‘numerosità’ di tali gruppi, la loro ‘tipologia’, se sono collegabili a una ‘prima valutazione’ o a un’’aggiornamento preesistente’;

Le fasi di valutazione, tanto quella preliminare quanto quella approfondita, prevedono, tra le novità, alcune implementazioni sulle modalità di compilazione e un aggiornamento delle modalità di calcolo della valutazione con nuove fasce di rischio. Gli sviluppi sono stati possibili mediante lo studio analitico dei dati inseriti negli anni dalle aziende nella piattaforma online;

La fase di pianificazione degli interventi adesso chiarisce meglio le modalità di interpretazione dei risultati, con classificazione dei livelli di intervento, consigli sulle priorità di intervento ed esempi specifici inerenti le varie dimensioni di valutazione.

Gli scopi del manuale – Il documento proposto dall’Inail consente a qualsiasi tipologia d’impresa di approcciarsi in modo sostenibile e scientificamente valido a un fenomeno, appunto quello del rischio stress lavoro-correlato, previsto dal Dlgs 81/2008, Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il datore, in tale ottica, ha l’obbligo di verificare se le condizioni lavorative possano indurre stress nei lavoratori, nonché quello di informarli e formarli sulla questione. Il tutto, è importante sottolinearlo, valutando i rischi esclusivamente limitati all’ambiente lavorativo, scindendoli quindi dalle eventuali situazioni di stress causate da fattori esterni. Il rischio stress lavoro-correlato è soggetto a formazione continua ed è, quindi, previsto un apposito corso per i lavoratori.

Gli effetti dello stress – L’Unione Europea ha recentemente stimato che, fra i suoi Stati membri, oltre il 20 per cento dei lavoratori ritiene che la propria salute sia a rischio a causa stress. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a tal proposito, già sette anni fa ha previsto che nel 2020 la depressione sarà tra le cause principali di inabilità al lavoro. “Il malato – ha evidenziato, peraltro, la Società Italiana di neuropsicofarmacologia – può avvertire prima gli effetti collaterali dei farmaci, come quelli gastrointestinali e sul sonno, ma anche disturbi della sfera sessuale e aumento di peso che spesso portano all’interruzione del trattamento”.

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Salute, prevenzione e infortuni sul lavoro: ecco come funziona il SINP

Tutti i dati dei lavoratori sotto la lente d’ingradimento del sistema telematico dell’Inail

A una settimana dall’entrata in vigore dell’invio obbligatorio a fini statistici al SINP, da parte dei datori di lavoro, delle informazioni relative agli infortuni dei lavoratori con prognosi anche inferiore a tre giorni, Unasf Conflavoro PMI fa il punto della situazione circa la normativa del sistema telematico Inail.

Il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) è disponibile sulla piattaforma telematica Inail e mette e a disposizione delle amministrazioni coinvolte i dati condivisi relativi a malattie professionali, infortuni e ispezioni, compresi quelli inerenti personale di polizia, forze armate e vigili del fuoco.

Il SINP nel Testo Unico sulla sicurezza – Nel dettaglio il SINP è stato creato, secondo quanto indicato dall’art. 8 del Dlgs 81/2008 – Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, al fine di ‘fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia delle attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di vigilanza, attraverso l’utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l’integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate’.

I dati sensibili dei lavoratori – Secondo quanto stabilito dalla normativa, i flussi informativi coordinati dal SINP, oltre a contenere i dati degli infortuni sotto la soglia di risarcibilità Inail, devono quantomeno riguardare il quadro produttivo e occupazionale, il quadro dei rischi anche in un’ottica di genere, il quadro di salute e sicurezza dei lavoratori e il quadro degli interventi di prevenzione e di vigilanza delle istituzioni preposte.

Gli attori pubblici del SINP – Il regolamento del SINP, previsto dal decreto interministeriale n. 183/2016, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 226/2016. Il decreto stabilisce le regole tecniche e di funzionamento del sistema informativo e si basa sulla cooperazione tra Inail e enti di vario livello della PA, quali i ministeri del Lavoro, della Salute, dell’Interno, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, tramite il Sistema Pubblico di Connettività (SPC).

Il tavolo tecnico del sistema informativo – All’Inail spetta la cura del SINP e la responsabilità del trattamento dei dati a esso trasmessi. Il decreto attuativo, inoltre, ha previsto un tavolo tecnico allo scopo di coordinare il sistema telematico e svilupparlo per migliorarne l’accessibilità, la fruibilità e la diffusione delle informazioni. La sede operativa del gruppo di lavoro spetta all’Inail, il quale indica due propri rappresentanti. Altri due, di cui uno con funzioni di coordinatore, provengono dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sono previsti, poi, un rappresentante ciascuno per i ministeri della Salute, per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, dell’Interno, della Difesa e dell’Economia e delle Finanze. Infine, sono sette i rappresentanti facenti le veci delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.


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