Nel settore edile, le attività di catramatura e la presenza di materiali infiammabili espongono i lavoratori a un rischio incendi elevato. La catramatura, in particolare, prevede l’uso del cannello a gas GPL per la posa a caldo di guaine bituminose, una lavorazione che rientra tra i cosiddetti “lavori a caldo”, per i quali la normativa impone misure di prevenzione stringenti. È compito del datore di lavoro valutare questo rischio e adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di persone, attrezzature e ambienti di lavoro.
Gestione sicura delle attività di catramatura
Il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurarsi che tutte le attività di catramatura siano svolte nel rispetto delle condizioni di sicurezza previste dalla normativa antincendio. Prima di ogni utilizzo, devono essere verificate le condizioni delle bombole GPL, la funzionalità dei riduttori di pressione, l’integrità delle tubazioni e l’efficienza del cannello.
È necessario accertarsi che l’area di lavoro sia priva di materiali combustibili e che la superficie da trattare sia stata adeguatamente pulita da polveri o residui infiammabili. Durante le pause e a fine lavorazione, le bombole devono essere chiuse correttamente e il cannello riposto in modo sicuro, lontano da qualsiasi materiale che possa alimentare una fiamma. L’accensione del cannello deve avvenire esclusivamente tramite accenditori idonei, vietando l’uso di metodi improvvisati o pericolosi.
Obblighi specifici per lo stoccaggio delle bombole GPL
La custodia e la movimentazione delle bombole GPL rappresentano un punto critico per la prevenzione incendi in cantiere. Le bombole devono essere mantenute in posizione verticale, protette da urti accidentali e sistemate in aree ventilate, lontano da fonti di calore o innesco. I percorsi delle tubazioni devono essere lineari e privi di interferenze, evitando che passino in aree di transito pedonale o sotto carichi sospesi.
Il datore di lavoro deve prevedere postazioni sicure per il deposito temporaneo delle bombole, segnalandole chiaramente e dotandole di presidi antincendio adeguati. È sua responsabilità garantire che gli addetti siano formati anche sulle modalità corrette di movimentazione, collegamento e disconnessione delle bombole.
Materiali infiammabili: criteri per lo stoccaggio e la manipolazione
In edilizia, l’uso di vernici, colle, solventi e altri liquidi infiammabili è comune. Il datore di lavoro deve individuare aree di stoccaggio adeguate, lontane da zone operative e da fonti di calore, preferibilmente all’aperto o in locali ben aerati. Queste aree devono essere attrezzate con contenitori di raccolta per eventuali fuoriuscite, dotate di segnaletica chiara e presidi antincendio.
È buona prassi, e obbligo in alcuni contesti, limitare la quantità di materiale infiammabile presente in cantiere alla sola quantità strettamente necessaria per la giornata lavorativa. Eventuali eccedenze vanno custodite in contenitori omologati e protetti da urti, umidità e calore. La conservazione non può avvenire in ambienti chiusi o senza ventilazione.
Formazione obbligatoria per i lavoratori e procedure per i lavori a caldo
Uno dei principali doveri del datore di lavoro è garantire che tutto il personale coinvolto nelle operazioni a rischio riceva una formazione specifica. Gli operatori devono conoscere i pericoli legati ai lavori a caldo e all’uso di materiali infiammabili, saper gestire correttamente le bombole GPL e utilizzare i presidi antincendio.
Prima dell’avvio delle operazioni, devono essere rilasciati appositi permessi di lavoro a caldo. Il permesso, che va redatto per iscritto, conferma che l’area è idonea, che i materiali combustibili sono stati rimossi o isolati, e che vi sono estintori e dispositivi di sicurezza pronti all’uso. Questo documento deve essere custodito in cantiere ed essere disponibile per eventuali controlli.
Sorveglianza, manutenzione e documentazione
Il datore di lavoro è tenuto a effettuare controlli periodici sullo stato delle attrezzature e degli impianti presenti in cantiere. Le bombole devono essere ispezionate per verificarne la tenuta, l’assenza di perdite e il corretto collegamento. Le tubazioni devono essere integre, non usurate né lesionate.
È altrettanto importante documentare ogni intervento di manutenzione, ispezione e formazione, inserendolo nel Piano Operativo di Sicurezza (POS) e, ove previsto, nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC). L’obbligo documentale è fondamentale per dimostrare la diligenza nella gestione del rischio e per prevenire eventuali responsabilità in caso di incidente.