unasf tumori

Tumori professionali in Italia, analisi di rischi e cause

Negli ultimi tre anni, l’incidenza dei tumori professionali in Italia è stata oggetto di diverse analisi che hanno evidenziato dati significativi e preoccupanti. Spesso sono legati a specifici fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro, come sostanze chimiche, radiazioni e agenti biologici.

I principali agenti cancerogeni

Tra i principali agenti cancerogeni sul luogo di lavoro, l’amianto risulta essere uno dei più pericolosi, con il mesotelioma rappresentante circa l’86.6% dei casi. Altri carcinogeni occupazionali diffusi includono gli scarichi diesel (4.3%), la polvere di legno (2.3%) e la polvere di silice (2.1%).

L’INAIL svolge un ruolo cruciale nella raccolta e gestione dei dati relativi a queste malattie, con una normativa specifica che prevede la registrazione delle esposizioni a agenti cancerogeni. I dati mostrano che i tumori maligni dell’apparato respiratorio sono predominanti tra quelli professionali, spesso associati a settori come l’estrazione di minerali e la produzione di metalli.

L’Osservatorio Nazionale Screening ha evidenziato che, per migliorare la prevenzione e la diagnosi precoce, è fondamentale aumentare l’adesione ai programmi di screening oncologici, che attualmente mostrano significative differenze regionali, soprattutto tra Nord e Sud Italia.

Le statistiche sui tumori professioniali in Italia negli ultimi anni

Incidenza generale: nel 2023, si stima che circa 0.9% dei casi di cancro (su 3500 casi) e l’1.6% dei decessi per cancro in Italia siano attribuibili a carcinogeni occupazionali.

Fattori di rischio: l’amianto è responsabile del 60% dei casi, con il mesotelioma rappresentante circa l’86.6% dei tumori professionali causati da inalazione di fibre di amianto.

Altri carcinogeni includono:

  • Scarichi diesel per il 17,5%;
  • Cromo esavalente per il 7%;
  • Polvere di silice per il 5%.

Distribuzione per settore:

  • Tumori maligni dell’apparato respiratorio sono frequentemente associati all’estrazione di minerali metalliferi, produzione di metalli e leghe, e trasporti marittimi;
  • Tumori cutanei sono collegati all’agricoltura e all’industria della selleria e calzature.

Tipi di tumori:

  • Polmonari (associati a sostanze come arsenico, diossine, asbesto, cadmio, cromo, idrocarburi policiclici aromatici, fumo di tabacco, radiazioni ionizzanti, radon e silice libera cristallina);
  • Mesoteliomi (asbesto) comprendono mesotelioma pericardico, peritoneale, pleurico e della tunica vaginale del testicolo, oltre al tumore dell’ovaio;
  • Cavità nasali (polveri di cuoio, nichel, polveri di legno).

Prospettive Future: nei prossimi 20 anni, si prevede un aumento dell’1.3% dei tumori negli uomini e dello 0.6% nelle donne, il che include anche i tumori di natura professionale (leggi di più su Fondazione AIRC)​.

In sintesi, i tumori professionali rappresentano una parte significativa del totale diagnosticato ogni anno in Italia, e la loro prevenzione richiede un’attenzione continua e un miglioramento delle misure di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro.

ispettorato

Ispettorato, aumentano controlli e irregolarità

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha recentemente pubblicato il bilancio delle ispezioni effettuate nel triennio 2021-2023, rivelando un notevole aumento delle attività ispettive nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Questo aumento, accompagnato da una significativa crescita delle irregolarità rilevate, rappresenta un segnale importante per le aziende italiane.

Il boom delle ispezioni

Nel dettaglio, il numero dei controlli effettuati dall’Ispettorato ha mostrato le seguenti variazioni:

2021: 65.685 ispezioni, con 25.819 verifiche ed accertamenti, e una percentuale di irregolarità del 62%.

2022: 63.571 ispezioni, con 15.134 verifiche ed accertamenti, e una percentuale di irregolarità del 66%.

2023: 81.436 ispezioni, con 11.222 verifiche ed accertamenti, e una percentuale di irregolarità del 69%.

Aumenta la percentuale di irregolarità

Parallelamente all’aumento delle ispezioni dopo i rallentamenti negli anni del Covid, si è dunque verificato anche un incremento nella percentuale di irregolarità rilevate, che è passata dal 62% del 2021 al 69% nel 2023. Questo dato suggerisce che non solo le azioni di controllo dell’Ispettorato sono aumentate in numero, ma anche in efficacia, riuscendo a individuare un maggior numero di violazioni delle normative del lavoro.

Le implicazioni per le aziende e il sostegno di UNASF

Per le aziende, questi dati sono un chiaro invito a intensificare gli sforzi per garantire la conformità alle normative del lavoro. Il bilancio delle ispezioni dell’INL sottolinea difatti l’importanza per le aziende di mantenere un elevato livello di conformità normativa per evitare sanzioni e migliorare le condizioni di lavoro. Questo include la formazione continua del personale, l’aggiornamento delle procedure interne e un monitoraggio costante delle normative vigenti.

Come UNASF Conflavoro, ci impegniamo a supportare le imprese in questo percorso, offrendo consulenza, formazione e strumenti necessari per affrontare le sfide del mondo del lavoro contemporaneo.

Per ulteriori informazioni e assistenza, le aziende possono contattare i nostri uffici per un supporto dedicato e personalizzato.

infortuni

Infortuni sul lavoro, boom di denunce nel 2024

Numeri negativi nei primi quattro mesi del 2024 per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro: i dati ufficiali registrano infatti un aumento generalizzato delle denunce riguardanti sia gli infortuni e i decessi sul lavoro, sia le malattie professionali.

I dati raccolti da Inail registrano 193.979 infortuni nel quadrimestre gennaio-aprile 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un particolare aumento degli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro. Crescita significativa soprattutto per le denunce di malattie professionali. Pur essendo i dati provvisori, offrono uno spunto di riflessione sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e sull’efficacia delle misure di prevenzione adottate.

Ecco alcune delle principali osservazioni emerse dall’analisi dei dati a cura di UNASF Conflavoro:

Incremento delle denunce di infortunio

Nei primi quattro mesi del 2024 le denunce di infortunio sono aumentate del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo aumento si registra in modo più marcato negli incidenti in itinere, ovvero quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro.

La gestione Industria e servizi ha visto un incremento del 2,1%, l’Agricoltura del 2,7% e il Conto Stato dell’8,9%. I settori con i maggiori aumenti includono Noleggio e servizi di supporto alle imprese, Sanità e assistenza sociale, Costruzioni, Trasporto e magazzinaggio e Commercio.

La distribuzione geografica degli infortuni

L’aumento delle denunce di infortunio è stato osservato in tutte le aree del Paese, con il Nord-Ovest che ha registrato l’incremento più significativo (+4,4%). Alcune Regioni, come la provincia autonoma di Trento (+20,7%) e il Molise (+13,1%), hanno mostrato incrementi particolarmente elevati, mentre poche altre Regioni, come l’Abruzzo (-4,8%), hanno registrato un calo.

I dati demografici

Entrambi i generi hanno visto un aumento delle denunce di infortunio, con un incremento del 3,3% per i lavoratori maschi e del 3,9% per le lavoratrici femmine. Particolarmente notevole è l’incremento delle denunce tra i lavoratori extracomunitari (+9,0%), mentre le denunce dei lavoratori comunitari sono diminuite (-0,7%).

L’aumento degli incidenti mortali

Le denunce di infortunio con esito mortale sono aumentate, passando da 264 a 268 casi. Questo incremento è principalmente attribuibile agli incidenti in itinere, che sono aumentati da 57 a 62 casi. A livello regionale sono stati osservati aumenti significativi in alcune aree, come l’Emilia Romagna e la Puglia, mentre altre Regioni, come il Veneto, hanno registrato una diminuzione dei casi mortali.

Malattie professionali: è boom, si salva solo Trento

Le denunce di malattie professionali nel primo quadrimestre 2024 sono aumentate del 26,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un forte incremento che interessa tutti i principali settori gestionali e tutte le aree geografiche, con un unico calo registrato nella provincia autonoma di Trento.

Le patologie più frequentemente denunciate continuano ad essere quelle del sistema osteo-muscolare, del sistema nervoso e dell’orecchio.

Conclusioni

I dati presentati, pur essendo provvisori, indicano una tendenza preoccupante verso l’aumento degli infortuni e delle malattie professionali. È essenziale che queste informazioni vengano utilizzate per potenziare le misure di prevenzione e migliorare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’attenzione deve essere rivolta non solo agli ambienti di lavoro tradizionali ma anche ai rischi legati agli spostamenti dei lavoratori. L’analisi demografica e territoriale fornisce ulteriori spunti per interventi mirati, volti a ridurre le disuguaglianze e migliorare la protezione dei lavoratori più vulnerabili.

sicurezza

Quanto costa alle aziende non formare sulla sicurezza?

La formazione dei dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro è una componente cruciale per il funzionamento di qualsiasi azienda. Trascurare questo aspetto non solo può avere conseguenze devastanti in termini di incidenti e infortuni, ma può anche comportare costi significativi per l’azienda sotto vari punti di vista. Analizziamo a 360 gradi i diversi aspetti e i costi associati alla mancata formazione sulla sicurezza dei dipendenti.

Costi delle sanzioni legali

In Italia la mancata formazione in ambito di sicurezza sul lavoro è punita severamente dalla legge. Il Dlgs 81/08, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, impone obblighi stringenti per i datori di lavoro riguardo alla formazione e informazione dei lavoratori.

Le sanzioni per la non conformità possono variare da multe amministrative a responsabilità penali in caso di infortuni gravi o mortali. Le multe possono arrivare fino a decine di migliaia di euro per ciascuna violazione, senza contare i possibili costi legali e di risarcimento che possono derivare da cause intentate dai dipendenti o dalle loro famiglie.

Aumento dei costi assicurativi

Le aziende sono tenute a stipulare polizze assicurative per coprire gli infortuni sul lavoro. Le compagnie di assicurazione tengono conto del livello di sicurezza all’interno dell’azienda quando determinano i premi assicurativi. Un alto numero di incidenti o una evidente mancanza di formazione in materia di sicurezza possono far aumentare significativamente i premi assicurativi.

In alcuni casi, le assicurazioni possono rifiutare di coprire determinati rischi se ritengono che l’azienda non abbia adottato misure adeguate per prevenire gli infortuni.

Perdita di produttività e morale dei dipendenti

Gli incidenti sul lavoro non solo danneggiano fisicamente i dipendenti, ma possono anche avere un impatto negativo sul morale del personale. Un ambiente di lavoro percepito come non sicuro può ridurre la motivazione e la produttività dei dipendenti, portando a un aumento dell’assenteismo e a una diminuzione della qualità del lavoro. Inoltre, la sostituzione temporanea o permanente di lavoratori infortunati può comportare costi significativi in termini di assunzione e formazione di nuovi dipendenti.

Impatto sulla reputazione aziendale

Le aziende che non rispettano le norme di sicurezza possono subire gravi danni alla loro reputazione. In un’epoca in cui la trasparenza e la responsabilità sociale sono sempre più importanti, gli incidenti sul lavoro e le violazioni delle norme di sicurezza possono diventare rapidamente di dominio pubblico, danneggiando l’immagine dell’azienda. Questo può tradursi in una perdita di clienti, una diminuzione delle vendite e difficoltà nel reclutare e mantenere personale qualificato.

Prevenzione e innovazione: un investimento necessario

Mentre i costi della mancata formazione in materia di sicurezza sono elevati, investire in formazione e prevenzione può portare a risparmi significativi a lungo termine. Le aziende che adottano una cultura della sicurezza e investono in tecnologie innovative per migliorare la sicurezza sul lavoro possono ridurre drasticamente il numero di incidenti. Questo non solo riduce i costi diretti associati agli incidenti, ma può anche migliorare la produttività e il morale dei dipendenti, e rafforzare la reputazione aziendale.

Conclusioni: l’importanza della formazione sulla sicurezza

Non formare i dipendenti in ambito di sicurezza può costare alle aziende in vari modi: sanzioni legali, aumento dei costi assicurativi, perdita di produttività, impatto negativo sulla reputazione e molto altro. Al contrario, investire nella formazione e nella prevenzione può trasformarsi in un vantaggio competitivo, promuovendo un ambiente di lavoro più sicuro, efficiente e attrattivo per i migliori talenti.

Pertanto, la formazione in sicurezza non dovrebbe essere vista come un costo, ma come un investimento fondamentale per il successo e la sostenibilità a lungo termine dell’azienda.

agenti cancerogeni

Agenti cancerogeni e mutageni: prevenzione e monitoraggio

L’esposizione professionale ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro in Italia rappresenta un tema di crescente importanza sia per le implicazioni sanitarie che per quelle legali. Il documento dell’INAIL del 2023 fornisce una panoramica esaustiva delle misure normative e operative attuate per monitorare e prevenire l’esposizione a questi pericolosi agenti.

Quadro normativo

Le normative italiane hanno subito notevoli evoluzioni per rispondere adeguatamente al rischio cancerogeno nei luoghi di lavoro. La legislazione ha introdotto requisiti specifici per la sorveglianza sanitaria e la gestione del rischio, come l’istituzione dei registri di esposizione e l’obbligo per i datori di lavoro di adottare misure preventive.

Il Dlgs 81/2008 e le sue successive integrazioni rappresentano il pilastro di queste normative, delineando un quadro completo per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori.

Il Sistema Informativo SIREP

Il SIREP, acronimo di Sistema Informativo Registri di Esposizione Professionale, è uno strumento chiave nel contesto nazionale per la raccolta e l’analisi dei dati relativi all’esposizione professionale. Il sistema, alimentato dalle notifiche degli stessi datori di lavoro, consente di mappare le esposizioni in vari settori economici e geografici, fornendo una base dati fondamentale per la ricerca scientifica e l’implementazione di politiche sanitarie mirate.

Agenti cancerogeni, prevenzione e sorveglianza sanitaria

La prevenzione dei rischi oncogeni nei luoghi di lavoro è strettamente legata alla sorveglianza sanitaria, che gioca un ruolo cruciale nel rilevare precocemente eventuali effetti dell’esposizione a cancerogeni. L’attività di sorveglianza è supportata da protocolli di sorveglianza sanitaria dettagliati e dalla raccolta sistematica di dati, che permettono di valutare l’efficacia delle misure preventive adottate.

Risultati e commenti ai dati

Dall’analisi dei dati raccolti tramite il SIREP dal 1994 al 2021, emerge una significativa presenza di agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro italiani, con rilevanze particolari in certe aree geografiche e settori industriali. Queste informazioni sono cruciali per indirizzare le azioni di prevenzione e per regolamentare più efficacemente l’uso di tali sostanze.

In conclusione, la gestione del rischio cancerogeno nei luoghi di lavoro in Italia ha visto progressi significativi grazie a un approccio coordinato che integra normative rigorose, sistemi informativi avanzati come il SIREP e pratiche di sorveglianza sanitaria attenta. Nonostante questi sforzi, la continua evoluzione delle condizioni lavorative e l’introduzione di nuovi materiali possono portare nuove sfide che richiedono un aggiornamento costante delle strategie di monitoraggio e prevenzione.

Per una comprensione approfondita delle politiche, delle misure adottate e dei risultati ottenuti fino ad oggi, si invita alla consultazione del documento completo dell’INAIL del 2023, “L’esposizione ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro in Italia”.

Come possiamo aiutarti?