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Fondo vittime dell’amianto, cosa cambia con la Legge di Bilancio 2023

Nel marzo 1992, con l’approvazione della legge numero 257, l’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo a vietare l’estrazione, l’importazione, la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione e l’esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono. 

Sebbene la sua grave nocività per la salute sia accertata da tempo, a distanza di oltre un quarto di secolo la questione amianto non può ancora essere considerata chiusa.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le persone ancora esposte nei luoghi di lavoro sono circa 125 milioni. Solo in Europa sono oltre 15mila le morti asbesto-correlate che avvengono ogni anno e l’amianto è responsabile di circa la metà di tutti i decessi per cancro sviluppati sul posto di lavoro. Ogni anno in Italia sono diagnosticati circa 1.500 casi di mesotelioma pleurico.

Fondo vittime dell’amianto. La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2023

Tra gli strumenti utilizzati dall’Inail per garantire la tutela dei lavoratori rientra anche la prestazione aggiuntiva finanziata dal Fondo per le vittime dell’amianto, istituito presso l’Istituto dalla legge finanziaria del 2008 (n. 244/2007). Si tratta di un ulteriore indennizzo economico destinato ai titolari di rendite per malattie correlate all’esposizione e, in caso di morte, in favore dei loro eredi titolari di rendita a superstiti.

La Legge di Bilancio 2023 incrementa i trattamenti previsti dal Fondo per le vittime dell’amianto. 

Dal primo gennaio 2023 infatti è elevata dal 15 al 17% la rendita in godimento la prestazione aggiuntiva a carico dell’INAIL e da 10.000 a 15.000 euro la prestazione di importo fisso in favore dei malati di mesotelioma.

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