Sono diversi gli incidenti professionali che avvengono nel settore della lavorazione del legno, molti anche a causa dell’utilizzo di macchine e attrezzature.
Lavorare il legno, le macchine intestatrici
Come si legge in un documento dell’Inail sui rischi connessi alla lavorazione del legno, la lama dell’intestatrice non deve essere raggiungibile da nessun lavoratore; per questo motivo, la macchina dovrà essere segregata delimitandola con una recinzione, all’interno della quale si può accedere solo attraverso un cancello collegato a un piccolo interruttore che interrompa immediatamente il funzionamento della macchina in caso di apertura del cancello.
Per bloccare la lama, la macchina intestatrice deve essere provvista di un freno motore che ne arresti i moti inerziali e blocchi la lama al momento dell’arresto della macchina stessa. Non tutte le macchine però hanno un freno-motore, per questo è necessario ricorrere ad alternative per ridurre i rischi per i lavoratori.
Per ridurre i rischi di contatto nell’area dell’intestatrice, la macchina dovrà essere dotata di:
- interruttore di arresto di emergenza a forma di fungo, di colore rosso, installato in posizione facilmente raggiungibile dall’operatore;
- bobina di minima tensione, per lo sgancio automatico dell’interruttore generale della macchina;
- recinzione all’interno della quale si può accedere solo attraverso un cancello, collegato a microinterruttore, che interrompa immediatamente il funzionamento della macchina, in caso di apertura del cancello stesso;
- cuffia metallica di protezione della parte superiore dell’intestatrice, che intercetti le schegge e lasci libero solo il tratto di lama impegnato nella lavorazione.
Lavorare il legno, le macchine refilatrici
Riguardo invece al taglio delle tavole in legno con refilatrice, l’operatore “dovrebbe utilizzare dei guanti per proteggere le mani contro tagli e altre aggressioni meccaniche. Il guanto dovrà avere una buona resistenza ai rischi di tipo meccanico, pertanto è molto importante saper scegliere il guanto più idoneo all’operazione”.
I guanti devono rispettare le seguenti caratteristiche:
- devono essere di spessore costante, privi di fori, assegnati in dotazione personale, facilmente calzabili, riposti al termine del turno in luoghi adeguati (armadietti) e non abbandonati sui ripiani o nei luoghi di lavoro;
- devono riportare il nome del produttore, le caratteristiche di utilizzazione e la descrizione della tipologia;
- non devono aderire troppo alla pelle né troppo poco, perché si deve evitare il ristagno del sudore, e la limitazione al movimento delle mani e alla capacità di presa;
- non devono essere infilati con le mani sporche;
- devono essere rivoltati, alla fine di ogni turno, per far evaporare il sudore e, possibilmente, cosparsi di talco all’interno;
- devono avere la minima rigidità compatibile con la protezione dal rischio, al fine di non creare problemi alla capacità di presa e all’articolazione delle mani.